“Porteremo all’attenzione della magistratura il caos generato dalle assemblee sindacali che, di fatto, tengono in ostaggio il sito archeologico più importante del mondo”. La Codacons prepara la battaglia dopo l’ultimo episodio accaduto questa mattina agli scavi di Pompei ed annuncia che nei prossimi presenterà un esposto alla Procura della Repubblica di Napoli, alla Corte dei Conti ed alla Commissione di Vigilanza sugli scioperi denunciando i sindacati.

“Hanno prodotto un danno all’intero paese, rovinando l’immagine dell’Italia all’estero – ha continuato l’associazione dei consumatori – Il loro comportamento potrebbe configurare reati di natura penale, per i quali chiederemo alla Procura di procere”.

LA GIORNATA. Inizia alle 9, quando a causa di un’assemblea dei sindacati Fp, Cisl, Filp e Unsa, i cancelli del parco archeologico restano chiusi e dietro si forma una coda lunghissima che conta migliaia di turisti. Il lungo braccio di ferro tra le organizzazioni dei lavoratori e la Soprintendenza, che in un primo momento sembrava aver scongiurato la chiusura, non ha evitato il peggio, “a causa – hanno fatto trapelare i sindacati – delle dichiarazioni pubbliche rese da Osanna”.

È stato lo stesso soprintendente, Massimo Osanna, a dover provvedere, in ritardo, all’apertura dei cancelli, attaccando duramente i sindacati perché “il confronto richiesto non può diventare prevaricazione e ricatto a danno dell’immagine internazionale di Pompei”.

LE REAZIONI. Alle reazioni del sindaco della città mariana, Nando Uliano, e del neogovernatore della Campania, Vincenzo De Luca, si è aggiunta quella su twitter di Giovanni Toti, Presidente della giunta regionale della Liguria: “Meno male che dobbiamo puntare su cultura e turismo per crescere. Caos a Pompei per chiusura scavi in piena stagione. Altro che cambiamento!”

Il senatore Marco Marin, segretario della Commissione Istruzione e Beni Culturali, attacca il Governo e dice: “Quanto accaduto questa mattina è uno schiaffo all’Italia, al buon senso ed al nostro turismo. A nulla serve reagire con le frasi fatte e scontate come fa il ministro Franceschini. L'Italia governata dal segretario del Pd Renzi sta veicolando all'estero una immagine che gli italiani non meritano”.

LE CONTRADDIZIONI DELLA CISL. Il segretario generale della Cisl Fp, Daniela Volpato, ha rassicurato che “i dirigenti locali hanno ritirato l’adesione all’assemblea sindacale del sito archeologico. La Cisl Fp è assolutamente contraria all’utilizzo di strumenti di mobilitazione che mettano a rischio l’erogazione dei servizi e che tengono in ostaggio i visitatori”.

In realtà, però, in tarda mattinata è arrivata una nota dalle associazioni di categoria presenti negli scavi, tra cui figurava anche la firma della stessa Cisl. “Riteniamo – si legge nella nota – che le soluzioni alle problematiche possano essere trovate solo con la partecipazione di un’amministrazione responsabile, evitando bracci di ferro che danneggiano solo l’utenza. Nell’immediato, occorre sgravare il carico di lavoro al personale, attuando la flessibilità tra profili professionali appartenenti alla stessa Area e posizione economica. Nel contempo, il ministro Franceschini poterebbe impegnarsi a far rispettare i diritti contrattuali e del lavoro nei beni culturali, esigendo la puntualità nel pagamento delle  prestazioni di lavoro effettuate dal personale, come progetti di produttività e posizioni di lavoro (turnazioni festive, notturne e pomeridiane)”.

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I sindacati: “Osanna sapeva”

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Uliano: 'Scelta immotivata'

Cancelli chiusi agli scavi di Pompei