Il governo ostacola il Grande progetto Pompei con tagli al personale previsto. È la tesi del gruppo M5S nella commissione Cultura della Camera espressa in una nota. “Dei 30 esperti che avrebbero dovuto supportare l'attività del direttore generale del Grande Progetto Pompei, soltanto 19 sono attualmente in carica - sostengono i deputati pentastellati - il Mibact fa sapere che il prossimo mese la struttura di supporto del Dg verrà ridotta ulteriormente di due unità. Siamo di fronte a un paradosso che scade nel ridicolo: non riusciamo a utilizzare i 105 milioni di finanziamenti europei per Pompei ma, al contempo, andiamo a risparmiare cifre contenute sulla struttura dell'area archeologica”.

In particolare, dicono i grillini, “ricordiamo che nessuno di quei cinque giuristi, economisti e architetti che Renzi e Franceschini avevano promesso di assegnare alla struttura del dg Giovanni Nistri hanno mai messo piede a Pompei. Il Mibact giustifica questa scelta appellandosi alla spending rewiew e annunciando, a sei mesi dalla scadenza del termine per spendere i 105 milioni di euro stanziati dall'Ue, che solleciterà la Presidenza del Consiglio dei Ministri a individuare una proposta risolutiva. Tutto questo avviene mentre a Pompei sono soltanto cinque i cantieri e le attività concluse, a fronte di 23 gare ancora in corso e di 25 cantieri aperti”.

“Da ormai un anno - afferma Luigi Gallo, primo firmatario di una interrogazione nei giorni scorsi al ministro Dario Franceschini - la Presidenza del Consiglio non ha ritenuto una priorità completare la struttura di supporto al dg o la nomina di cinque collaboratori esperti. Il Governo avrebbe potuto alleggerire il lavoro di Nistri e della soprintendenza, velocizzando le operazioni di realizzazione e gestione degli appalti”.

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