Nasceranno a Pompei, dal prossimo anno, nuovi percorsi dedicati alle necropoli e alla "sfera funeraria" degli antichi, proprio nell'area di Porta Nola, che ha visto affiorare tra le nuove scoperte anche la rara sepoltura di un infante. Due mostre, la prima a Valencia nel 2016, porteranno per il mondo i risultati del progetto che sono stati presentati dalla Soprintendenza di Pompei in collaborazione con gli archeologi inglesi e spagnoli. La British School at Rome e l'IIlustre Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias de Valencia y Castellòn, Departamento de Arqueologia, ed il Museo de Prehistoria e Historia de La Diputación De Valencia hanno infatti stipulato una convenzione triennale proprio per lo studio di questa necropoli che comprende anche quello dei 15 calchi rinvenuti negli anni '70 nell'area di Porta Nola. Gli studiosi, durante una campagna appena conclusa, hanno scoperto che nella tomba di M. Obellius Firmus vi è anche una seconda deposizione all'interno. L'urna cineraria ritrovata è in ceramica e aveva come corredo una moneta di Nerone. Sono stati, inoltre, recuperati oltre 200 frammenti di osso pertinenti al letto funerario, di cui alcuni anche coperti da tracce di una lamina d'oro. Durante la campagna, nell'area all'esterno di Porta Nola è stata ripulita la strada basolata e rimesso completamente in luce un monumento funerario di età augustea definito tomba a schola. Una terza area di scavo ha interessato una fascia di terreno immediatamente a ridosso delle mura di cinta, dove scavi ottocenteschi avevano individuato 36 urne cinerarie. Tradizionalmente, tali tombe vengono interpretate come sepolture "di poveri". Gli scavi del 2015 permettono di delineare un quadro diverso, con lo scavo di due urne cinerarie e la sepoltura con copertura di anfore di un infante di tre-sei mesi. Le urne, oltre alle ossa combuste del defunto, contenevano una moneta ed erano accompagnate da unguentari in ceramica che sembrano datare queste tombe in tarda età repubblicana-prima età imperiale. Lo studio analitico dei calchi ha consentito di determinare età, sesso, patologie e attività degli individui. Anche i dati antropologici, unitamente alla fotogrammetria, alle analisi radiologiche e alla rappresentazione 3D consentiranno di ricostruire le posizioni originali al momento della morte, includendo anche la ricostruzione facciale di alcuni dei soggetti. 

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