“Un ben confiscato occupato da una persona vicina a clan”. Emergono sempre nuovi particolari dalla relazione della commissione d’accesso, che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Torre Annunziata.

Il tutto dinanzi “all’inerzia dell’amministrazione comunale”. Inerzia, così come omissione, è uno dei termini più usati da parte dei commissari nelle 55 pagine di motivazioni.

Nel caso dei beni confiscati sono state rilevate varie inosservanze. L’organo ispettivo ha rilevato “un atteggiamento omissivo dell’amministrazione comunale” per quanto concerne la gestione e la successiva gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”. Mancanze che hanno portato a ritardi dei sopralluoghi dell’ANBSC. Una questione sottolineata anche dall’ex vicesindaco Lorenzo Diana, durante i suoi cinque mesi al fianco di Vincenzo Ascione.

Sono stati rilevati sul territorio ben 13 immobili a disposizione dell’Ente il cui utilizzo è in parte ancora nella fase preliminare di selezione delle proposte presentate a seguito di bando pubblico e da finanziare nell’ambito del Pnrr.

In particolare i commissari hanno parlato di un immobile occupato da una persona, che ha legami con esponenti della camorra di Torre Annunziata. Il bene, peraltro, è stato dichiarato non abitabile e pericoloso per l’incolumità delle persone.

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