Scioglimento, boom di consiglieri e dipendenti comunali vicini alla camorra di Torre Annunziata
Posti assicurati in via Schiti agli amici dei malavitosi. Il dossier della commissione d’accesso
21-05-2022 | di Gianluca Buonocore
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Una decina di consiglieri comunali e vari dipendenti. Tutti erano legati in qualche modo alla criminalità organizzata di Torre Annunziata. La camorra era presente, sotto vari punti aspetti, negli uffici di via Schiti. A evidenziarlo è la relazione della commissione d’accesso che ha poi portato allo scioglimento dell’Assise.
Una connivenza tra politica e camorra consolidata nel corso del tempo. Vari i legami di parentela o di amicizia riscontrati nel corso delle indagini da parte dei commissari. Uno scenario degradante, che ha portato a un epilogo piuttosto scontato.
I CONSIGLIERI COMUNALI. La Commissione ha sottolineato come ci siano 13 consiglieri, che facevano già parte del precedente esecutivo. Tra questi ben 5 erano stati eletti per la seconda volta. Per i commissari questo è un indizio del condizionamento del voto, visti i legami familiari o di frequentazioni con esponenti della camorra oplontina.
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Malgrado gli omissis, è facile ipotizzare che siano almeno una decina i consiglieri dell’ultima consiliatura. A essere emerso, già nel corso dell’inchiesta della Dda, il legame tra la consigliera Maria Oriunto e suo cognato Salvatore Onda, nipote del killer del clan Gionta.
Assieme a lei sono stati citati altri nomi. Alcuni sono stati trovati anche in auto in compagnia di pregiudicati condannati per traffico di stupefacenti, associazione a delinquere, ma anche rapina e estorsione. In diversi casi ci sono procedimenti a carico di consiglieri coperti da segreti istruttori.
I DIPENDENTI COMUNALI. E’ stata svolta una ricognizione anche all’interno della macchina comunale. Sono stati riscontrati varie persone assunte, anche in società partecipate dell’Ente come la Prima Vera, poiché vicine alla malavita organizzata di Torre Annunziata.
Già un pentito, nel corso della Commissione d’accesso che si era insediata nell’epoca Starita, aveva parlato di una collusione tra amministratori e criminalità per l’assicurazione dei posti di lavoro. Ulteriori indagini hanno portato a riscontri effettivi, visti anche i casi di assenteismo che si erano verificati.
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