Scioglimento, il nipote del killer dei Gionta comandava maggioranza e opposizione
Dalla relazione si evince ancora la figura predominante di Salvatore Onda. Era lui a tenere in vita l’amministrazione Ascione
21-05-2022 | di Gianluca Buonocore
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Il nipote del killer dei Gionta figura chiave per tenere in vita l’Amministrazione Ascione. Anche dalla relazione della commissione d’accesso emerge chiara e forte l’influenza da parte di Salvatore Onda. Lui come l’ex sindaco Ascione e altri ex assessori e consiglieri è stato coinvolto nell’inchiesta da parte della Dda con la pesante accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.
SEMPRE PRESENTE IN ASSISE. La presenza fisica di Onda era una garanzia per l’andamento dei vari consigli comunali. Era solo un dipendente della Prima Vera, ma il nipote del killer dei Gionta veniva informato da tanti. A partire dall’ex presidente del consiglio comunale Rocco Manzo. Quest’ultimo lo invitò all’Assise dello scorso 21 ottobre al fine di ottenere il numero legale in aula. Il suo posto era in prima fila, malgrado risultasse assente da lavoro per malattia.
Pesanti le parole che venivano rivolte a chi non si allineava alle sue decisioni. In particolare è stata evidenziata già in passato un’intercettazione nella quale offendeva pesantemente Salvatore Solimeno. Quest’ultimo, facente parte del gruppo della cognata di Onda Maria Oriunto, era passato dall’opposizione alla maggioranza esprimendo come assessore Gioacchino Langella, anche lui indagato nell’inchiesta della Dda. “Gli do un calcio in culo e lo rimando nei banchi dell’opposizione da Alfieri”, furono queste le affermazioni di Onda.
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L’INFLUENZA SUI CONSIGLIERI. Secondo quanto si evince dalla relazione, Onda è stato fondamentale per la prosecuzione dell’esecutivo di Vincenzo Ascione. La lente d’ingrandimento è stata posta, oltre che sulla convocazione del 21 ottobre, anche su quella riguardante l’approvazione del bilancio preventivo. Un’approvazione passata “a minoranza”. A salvare l’allora sindaco, dopo l’astensione della minoranza e dei membri del Pd, furono gli esponenti delle liste civiche e dei trasformisti. Tra questi anche Francesco Nella, che faceva parte dell’Udc in aperta polemica con Ascione dopo l’addio di Emanuela Cirillo.
Anche i membri della minoranza, con presenze e astensioni, diedero una mano, ad esempio il 23 novembre, giorno in cui venne votata la mozione di sfiducia. Il numero non venne raggiunto anche a causa dell’astensione da parte della minoranza (Ciro Alfieri e Raffaele Izzo ndr) e per l’assenza di Germaine Popolo, in aperta polemica con il sindaco già da tempo. Ascione la scampò anche in quell’occasione.
IL RAPPORTO CON AMMENDOLA. Il nipote del killer dei Gionta, per i commissari, aveva anche un rapporto di fiducia con l’ex vicesindaco Luigi Ammendola. Quest’ultimo, nonostante fosse un maresciallo della guardia di finanza, dopo essere stato avvicinato da alcuni malavitosi fece ‘rapporto’ subito a Onda senza denunciare il fatto.
Ammendola fu anche arrestato per il coinvolgimento nel giro di mazzette del Sistema Ariano, ma il Riesame annullo l’ordinanza di custodia cautelare.
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