Torre Annunziata "Pasquale Brancaccio è un imprenditore, un politico incensurato, che non partecipò mai alla sassaiola: era nei pressi dello stadio Liguori per recuperare il suo motorino. A suo carico non esistono nè foto, nè altre prove. Va assolto con formula piena". Questa oggi l'arringa finale dell'avvocato Michele Polese, legale di Pasquale Brancaccio, il 37enne consigliere comunale di Torre del Greco, imputato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, nel processo per gli scontri tra tifosi in occasione di Turris-Ebolitana del 16 gennaio 2011. Una semplice gara di cartello, trasformatasi poi per tutti nel più classico dei "derby della vergogna", capace di mettere a ferro e fuoco viale Ungheria e piazza Martiri d'Africa per 4 ore circa. Alla sbarra, insieme a Brancaccio, altri 10 ultras (otto della Turris, due salernitani), per i quali il pm della Procura di Torre Annunziata, Andreana Ambrosino, ha chiesto condanne dai due e mezzo ai cinque anni e cinque mesi di reclusione.

Il consigliere corallino, vicino al sindaco Ciro Borriello, rischia invece tre anni e tre mesi di carcere ma per l'avvocato Polese non tutto, quel giorno, filò liscio: "A partire dal servizio d'ordine predisposto per il derby - sottolinea oggi dinanzi alla seconda sezione penale del Tribunale (presidente Maria Rosaria Aufieri) - . Tant'è vero che i tifosi dell'Ebolitana riuscirono addirittura a lanciare una bomba carta in campo, ferendo il portiere della Turris". Dubbi anche sulla interpretazione dei risultati dell'istruttoria: "Mi riferisco al sequestro, in casa Brancaccio, di un cappellino e dei coltelli ritrovati nel comodino accanto al suo letto. Quei coltelli sono un ricordo d'infanzia ed hanno addirittura l'effigie della Madonna". Come a dire, insomma, che sul 'politico-ultrà' si è montato un caso mediatico eclatante, quasi "cercando di addobbare un vestito su quel sequestro".

Al termine della sua arringa, l'avvocato Polese ha chiesto "l'assoluzione di Brancaccio per non aver commesso il fatto". La prossima tappa giudiziaria del "derby della vergogna", il 10 giugno. Le condanne per gli scontri sono già quattro. I tifosi corallini che scelsero l'abbreviato (Domenico D’Urzo, Luigi Como, Marco Vicidomino e Giuseppe Langella) hanno infatti incassato tutti due anni e due mesi di reclusione.

in foto, un momento degli scontri all'esterno dello stadio "Liguori"
 

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