"La Regione Campania poteva coordinarsi meglio con il ministero dell'Istruzione: sicuramente la ministra Lucia Azzolina avrebbe voluto essere avvisata". Lo ha detto Luigi Di Maio durante la registrazione di 'Accordi e Disaccordi in relazione alla decisione di Vincenzo De Luca di chiudere le scuole in Campania fino al 30 ottobre. "Non posso, da membro del governo, mettermi a giudicare l'operato del governatore: ciò che è mancato è stato il coordinamento istituzionale", ha concluso.

Ma intanto altre regioni si preparano a chiudere le scuole ed ad attivare la didattica a distanza. Dopo sette mesi di chiusura e il lavoro di una torrida estate per preparare la riapertura, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina non ci sta a chiudere nuovamente la scuola. Non la smuovono nè i numeri in salita dei contagi, nè le immagini dei mezzi pubblici affollati. A farla soffrire ("è un dolore", dice) sono le foto che ritraggono i giovani campani in giro, oggi, per le strade e i centri commerciali, invece che in classe, dopo la decisione del governatore Vincenzo De Luca di sospendere le lezioni fino a fine mese.

Per la ministra "le scuole sono posti più sicuri di altri", certo più sicuri di strade e negozi. "Le scuole - scandisce dal palco dei giovani imprenditori di Confindustria - dovranno essere le ultime a chiudere, questo è il mio pensiero, e comunque qualunque decisione la prenderà il governo, io non ho nè il potere di aprire nè di chiudere". Anche la decisione se impugnare la decisione del governatore De Luca "sarà di tutto il governo che ne parlerà, se lo riterrà opportuno e necessario". Nella volontà di tenere aperta la scuola la ministra questa volta ha al suo fianco i sindacati: tutti sono per mantenere gli istituti aperti ma tutti ritengono che la decisione avrebbe dovuto comportare scelte importanti, che non sono state fatte. "Se il governo vuole veramente tenere aperta la scuola si mettano in campo tutte le forze, dalla Protezione civile per fare tamponi rapidi davanti alle scuole, ai mezzi di trasporto dell'Esercito per portare i ragazzi in classe", è la sfida che lancia la segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi. L' interrogativo di tutti è: la scuola è la priorità di questo paese? I numeri schizzati in alto dei contagi inducono intanto la politica a cercare soluzioni. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia avverte però quei governatori che vogliono seguire la strada intrapresa da De Luca. "Chi chiude la scuola se ne assume la responsabilità. Se abbiamo condiviso che i due pilastri che dobbiamo tutelare sono scuola e lavoro e le ordinanze incidono su quegli ambiti, sarebbe opportuno un raccordo tra governo e Regioni", dice. Intanto però in Lombardia il presidente Fontana annuncia provvedimenti su scuola e trasporti, con un aumento della didattica a distanza per le scuole superiori. Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti pensa a reintrodurre la didattica a distanza per le ultime classi degli istituti superiore a rotazione. "Penso a due giorni a casa e tre in aula, in modo da non privare i nostri ragazzi del contatto con la scuola ma al tempo stesso alleggerire la pressione sui mezzi pubblici". Anche per il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, le strade sono due: "o si introduce la didattica a distanza per coloro che hanno necessità oppure si differenziano gli orari della scuola"

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