Un forum in redazione per affrontare il tema dell’emergenza scolastica a Torre Annunziata. Ospiti del nostro giornale le dirigenti Annamaria Papa, Agata Esposito, Rosalba Robello e Tiziana Savarese, rispettivamente alla guida dell'istituto alberghiero 'Graziani', dell'I.I.S 'G. Marconi', del liceo artistico 'De Chirico' e del liceo statale 'Pitagora-Croce'. Una mattinata all'insegna di un lungo confronto su bullismo e cyber-bullismo, dispersione scolastica, utilizzo fondi Pnrr e calo della natalità. Un dibattito proseguito nel pomeriggio, da remoto, anche con le dirigenti scolastiche degli istituti comprensivi, circoli didattici e scuole medie.

Iper-connessione e cyber-bullismo. Il report del Moige non lascia spazio alle interpretazioni: un ragazzino su due è vittima dei bulli. Le presidi di Torre Annunziata sono in prima linea per contrastare il fenomeno e mettono quotidianamente in campo una serie di strategie per aiutare i ragazzi ad uscirne. Le dirigenti scolastiche concordano "sull’importanza dello psicologo - dichiarano all'unisono - figura fondamentale per intercettare episodi di bullismo e agire prima che sia troppo tardi".

“Sono assolutamente d’accordo con la proposta di avere uno psicologo fisso nell’istituto scolastico. Al Marconi è attivo uno sportello dell’ascolto proprio per aiutare chi è in difficoltà. – spiega la preside Agata Esposito - Tra i nostri studenti c’era un ragazzo apparentemente sereno, eppure pensava al suicidio. In questo caso il servizio è stato provvidenziale. Abbiamo allertato immediatamente la famiglia che ha poi inserito il ragazzo in un percorso terapeutico specifico”.

Lo sportello dell'ascolto e attivo anche negli altri istituti e, talvolta, sono proprio gli studenti a fare la fila per parlare con un professionista. “Al ‘De Chirico’ reputiamo fondamentale la figura dello psicologo. I ragazzi usufruiscono dello sportello per sfogarsi e raccontare le difficoltà quotidiane. Non siamo sempre noi a sollecitarli – spiega la preside Rosalba Robello – sono loro ad andarci spontaneamente”.

Rispetto all’iper-connessione le presidi concordano nel definire lo smartphone una droga. Sul tavolo l'idea lanciata dalla preside Agata Esposito di vietare agli studenti l’accesso alla rete internet personale con un apposito software, in modo tale da contrastare l’uso improprio del dispositivo. Le dirigenti Annamaria Papa e Tiziana Savarese ritengono piuttosto complicato vietare l’utilizzo del cellulare in classe perché internet ormai è parte integrante della didattica. “Proibire i cellulari sarebbe un controsenso visto che sviluppiamo progetti basati sulla digitalizzazione. A prescindere da questo è sicuramente tra le nostre priorità educare i ragazzi all’uso corretto della rete”.

Pnrr e dispersione scolastica. Tema centrale dell’incontro anche i fondi Pnrr e il relativo utilizzo. “Per quanto riguarda il contrasto alla dispersione scolastica abbiamo ricevuto cifre importanti. I fondi saranno utilizzati per seguire individualmente i ragazzi, ma a dire il vero a noi questa sembra un’utopia – sottolinea la Preside Savarese – In base al progetto in questione è previsto che il 30% degli studenti sia inserito in un programma di studio singolo a cui sarà affiancato un esperto. L’obiettivo è individuare il motivo di questa crescente disaffezione nei confronti della scuola, ma in termini di reperibilità delle risorse umane diventa piuttosto complicato”.

Nel frattempo – mentre si tenta di individuare una strategia vincente - i giovani sono sempre più lontani dal mondo della cultura. “La scuola non può affrontare la questione da sola perché i ragazzi prima di essere studenti sono fratelli, figli, cugini – afferma la preside Annamaria Papa - La famiglia gioca un ruolo principale in questo. Se vogliamo combattere davvero la dispersione scolastica dobbiamo lottare insieme, creare una sinergia che metta in campo proposte valide. Serve il contributo di istituzioni, famiglie e politica, altrimenti non concludiamo nulla. Inoltre la questione è legata al tessuto sociale e all'emergenze familiari. Sono tantissimi i ragazzi che rinunciano a studiare perchè devono lavorare. Servono strategie concrete, dobbiamo fare rete per uscirne”.

L'innalzamento dell'obbligo scolastico a 18 anni, a detta delle presidi, non è la soluzione al problema. Le imposizioni rischiano di sortire l'effetto contrario. "Siamo costantemente in contatto con l'ambito sociale che sta mettendo in campo strategie per combattere il fenomeno, ad esempio con un team di educatori esperti - spiega Esposito - il coordinamento tra scuola, famiglia e associazioni è fondamentale. Da soli non possiamo sconfiggere la dispersione e questo è evidente. Noi ci impegniamo per rendere quanto più attrattiva la nostra offerta formativa, ma ci scontriamo con problemi che vanno al di là della scuola. Insieme, invece, possiamo farcela".

Le dirigenti scolastiche segnalano – all’unisono – che il problema principale non è reperire i fondi ma avere la libertà di utilizzarli. I finanziamenti del Pnrr sono vincolati all’attuazione di progetti o specifiche iniziative. Non è possibile scegliere arbitrariamente su quali criticità intervenire o quanti soldi investire. Rispetto al finanziamento in questione sarà possibile spendere circa 7.000 euro per ogni aula in strumentazioni tecnologiche. “Con l’aumento dei costi è difficile riuscire a dotare le classi di chissà quali dispositivi elettronici. Le risorse – rispetto ai tempi che viviamo oggi – potrebbero non essere sufficienti e l’aumento dei prezzi ne è la prova”, specifica la preside Savarese. 

Calo della natalità. Sotto la lente di ingrandimento anche il crollo delle nascite, la crisi demografica e i dirigenti scolastici a rischio. In Italia, nel 2024/2025, saranno circa 120.000 gli alunni in meno rispetto agli anni precedenti. Un dato preoccupante che conferma ulteriormente il crescente calo della natalità. A pagarne il prezzo più alto sono gli istituti scolastici che tra un accorpamento e l’altro rischiano di precipitare nel caos. “Per quanto riguarda le iscrizioni il dato è positivo, riconfermeremo le classi dell’anno scorso ma il problema non è il presente, ma il futuro – specifica la preside Robello, a cui si aggiungono anche le altre dirigenti – La popolazione dell'area vesuviana sta emigrando. Difficile prevedere con accuratezza ciò che accadrà, ma i dati parlano chiaro: le classi si svuoteranno. Inoltre, anche i presidi sono a rischio perché sono previsti tagli su tagli. A farne le spese saremo proprio noi”.

Dopo avere analizzato a 360° il mondo della scuola, terminiamo l'incontro con la promessa di mantenere un confronto aperto e costante sulle questioni più delicate.


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