Prende il via il processo per la morte di Vincenzo Arborea. Il sedicenne è morto l’8 marzo del 2021, mentre era detenuto nell’istituto minorile di villa di Briano. All’inizio l’accaduto era stato visto come un suicidio, poi grazie alla caparbietà della famiglia il caso è stato riaperto. Lo scorso luglio l’avvocato Mauro Porcelli, legale della famiglia, ha infatti presentato un’istanza al Tribunale dei Minori di Napoli e ha deciso di riaprire il caso sulla sua morte. Domani ci sarà così la prima udienza.

La vicenda aveva sconvolto la comunità di Boscoreale dove Vincenzo Arborea viveva e quella di Torre Annunziata, nella quale il 16enne aveva frequentato la Casa Famiglia dei Salesiani.

L’apertura del procedimento è solo un piccolo passo per Assunta Galantuomo, mamma del giovane. “Finalmente il mio grido di dolore può avere risposta. Da quel giorno la mia vita è finita, mi hanno portato via il mio sole. Io ho affidato il mio bambino allo Stato e invece di aiutarlo e proteggerlo me lo hanno restituito privo di vita, abbandonato a se stesso, nell'incuria e nella indifferenza più totali. Io sono la madre e lo conoscevo più di chiunque altro. Mio figlio era un ragazzo solare, allegro ma molto sensibile. Devo capire cosa sia potuto succedere all'interno della comunità, perché mio figlio -poco più di un bambino- sia giunto ad un gesto estremo e perché nessuno abbia mosso un dito per aiutarlo, trascurandolo e facendolo sentire solo in un momento così delicato della sua vita”.

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