Segregata in casa per la relazione con un trans: 'Vogliamo sposarci'
Il racconto della coppia al presidente dell'Arcigay Sannino
12-03-2025 | di Redazione

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La giovane di Ercolano segregata in casa dai genitori, contrari alla sua relazione con una coetanea che ha avviato un percorso di transizione di genere, si commuove nel rievocare quanto accaduto, sostenuta dal partner con cui ha scelto di vivere. La coppia ieri ha incontrato il presidente di Arcigay Napoli, Antonello Sannino, e dopo ha accettato di rispondere brevemente ad alcune domande dei giornalisti. Sfondo nel colloquio la villa comunale di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, dove i due accettano di farsi riprendere insieme su una panchina color arcobaleno, rigorosamente di spalle. Lei, 19 anni, giubbino bianco, capelli raccolti in una coda, non trattiene le lacrime. Abbraccia il compagno 20enne, e si apre a un sorriso dicendo che "lui ora mi deve fare un po' di spazio nell'armadio". Il partner, capelli corti, giubbotto nero, a giugno le ha fatto una proposta di matrimonio "con un anello, un pupazzo ed una batteria di fuochi d'artificio". Non c'è ancora la data, la coppia per il momento vive una situazione d'ansia. Oggi il gip ha convalidato gli arresti ma rimesso in libertà i genitori di lei, che intanto si è trasferita con il fidanzato in un comune della zona stabiese a diversi chilometri da Ercolano. Potrebbe esserci un incontro? "Le ferite sono ancora fresche", replica la figlia. Aggiunge il compagno: "Sarebbe bello un giorno sedersi a tavola tutti insieme in pace. Non accadrà tra un mese o due, ma spero che accada". Ora l'importante è archiviare il dolore. "Anche le notizie che si rincorrono sui social sono per noi motivo di angoscia. Vorremmo che tutto questo clamore finisse. Speriamo che siano abbassati i riflettori, vogliamo trovare un po' di tranquillità", confessa la coppia. Hanno una vita davanti, "ma il nostro unico desiderio è che sia serena e in pace". Alla coppia va la solidarietà della sindaca di Sant'Antonio Abate Ilaria Abagnale. "Non si può vivere nella paura di essere se stesso. Per cui chiunque abbia bisogno di aiuto, sappia che non è solo. Volontari, Forze dell’Ordine e Istituzioni ci sono, io ci sono, così come i miei Assessori e Consiglieri Comunali. Siamo pronti ad ascoltare, a sostenere, ad agire in qualsiasi momento, purché chi abiti il nostro paese e oltre possa vivere in libertà il sentimento più puro e autentico che esista al mondo", è il suo appello a chi è in difficoltà.
Ai genitori, a cui mi rivolgo più fra tutti sperando che il cambiamento parta dalla propria coscienza, riporto la dichiarazione della ragazza vessata: “Ascoltate i vostri figli, le loro esigenze, ciò che dice il loro cuore”. Ed ha ragione. Perché arrabbiarsi con chi ama è uno spreco di energie, quando nel mondo c’è così tanto odio da combattere. Solidarietà ad entrambe le vittime.
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