Sequestrati beni per sessanta milioni di euro a Giovanni Savalle, imprenditore alberghiero e esperto fiscale e tributario ritenuto vicino al superboss latitante siciliano Matteo Messina Denaro.

L’operazione effettuata dalla Guardia di Finanza di Palermo con la collaborazione dei carabinieri, ha portato al sequestro milionario ai danni dell’imprenditore, finito già nell’occhio del ciclone nel 2014 a seguito di un’indagine condotta dalla procura della repubblica di Torre Annunziata sui numerosi appalti affidati per il recupero e il restauro dell’area archeologica di Pompei. Quegli appalti risultarono pilotati in direzione sempre delle stesse imprese, tra le quali la “Società Mediterranea S.p.A.” di proprietà di Giovanni Savalle, aggiudicataria dei servizi di ristorazione.

Il provvedimento di questi giorni è stato emesso dal tribunale di Trapani, dando il via all’operazione congiunta coordinata dalla procura della repubblica di Palermo. Tra i numerosi beni sottoposti a sequestro spiccano il fabbricato adibito ad albergo di lusso a Mazara del Vallo, nel trapanese, 22 complessi aziendali, 12 pacchetti di partecipazione al capitale di altrettante società, 28 rapporti bancari, 47 fabbricati e 8 autoveicoli, per un valore complessivo di 62.922.867 euro. 

Un capitale immenso, ritenuto contiguo ad esponenti del clan mafioso di Castelvetrano e inseriti nel circuito di favoreggiamento del latitante Matteo Messina Denaro. E’ proprio grazie a questi rapporti, sostengono gli inquirenti, che le imprese di Savalle hanno assunto rilevanti dimensioni nel tessuto economico della provincia di Trapani.

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