Avrebbe compiuto 39 anni oggi, se quella maledetta pallottola, la sera di capodanno del 2007, non l’avesse strappato via a tutti i suoi affetti. Giuseppe Veropalumbo è stato portato via a Carmela, sua moglie, alla piccola Ludovica, 14 mesi all’epoca e 10 anni oggi, quella sua figlia che pochi istanti prima aveva in braccio, alla sua famiglia, ai suoi amici. Tanto si è scritto da allora ma fino ad oggi ancora nessun colpevole.

Però, come i momenti brutti, è giusto ricordare anche quelli belli. Ha ragione Carmela Sermino che allo scoccare della mezzanotte ha pubblicato sui social la foto scelta da sua figlia (quella in copertina) e che ha fermato per sempre il tempo del loro Peppe. “La nascita rappresenta la luce di ogni nuovo giorno. E ogni anniversario di Peppe mi ricorda la nascita di un marito, di un padre, di un figlio solare. Manca a tutti noi”.

Il nome della giovane vittima di Torre Annunziata è oggi impresso nella sede di Libera di Acerra, a lui intitolata. Il Comune oplontino lo ricorda ogni anno. Durante la processione della Madonna della Neve, il 22 ottobre del 2015, il sindaco Starita si tolse la fascia di primo cittadino e la fece portare a Carmela in quel tratto di Torre sud dove vivevano quando Peppe era vivo. Purtroppo, però, da allora ad oggi la Campania ha pianto tante altre volte le vittime innocenti di camorra.

Dobbiamo ribellarci tutti allo status quo. Non si può prescindere dall’impegno dello Stato – continua Sermino – ma ogni singolo cittadino deve fare la sua parte. Non possiamo ancora oggi avere paura di passeggiare, di stare per strada o anche solo affacciati ad una finestra, perché sulla stessa traiettoria di una pallottola vagante. Non possiamo girare sempre lo sguardo quando le cose non vanno”.

Eppure di cose che sarebbero potute cambiare da quel 31 dicembre ad oggi ne sono ancora tante. Torre Annunziata non è più il market della droga a cielo aperto, non ci sono più sentinelle ad ogni angolo, ma la città è ancora preda dell’inciviltà, dell’incuria e dell’abbandono. “Ognuno di noi deve lottare quotidianamente contro ogni forma di ingiustizia e di illegalità. Solo così – conclude la vedova Veropalumbo – possiamo sperare di contribuire a cambiare”.

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