“Il sindaco non può nascondersi, deve aiutarci. Si è comportato come un animale, ci ha sbattuto fuori di casa e ora non sappiamo dove andare”. E’ il grido disperato di Annunziata Florio e di Rosa Furiello, due signore che da mercoledì 17 luglio non hanno più una casa.

Dopo gli sgomberi effettuati al Piano Napoli di Boscoreale, cresce la tensione tra sindaco e cittadini: in mattinata infatti, le due signore, in compagnia dei loro bambini di 3 e di 5 anni, sono entrate nella casa comunale occupando una stanza in attesa di parlare con il primo cittadino Antonio Diplomatico. “Chiediamo aiuto – ha spiegato la signora Florio -. Nonostante una bimba con la febbre e con una carta dell’ospedale, mi hanno sfrattato e non c’è stato nessuno che sia venuto a darmi un minimo di conforto. Non è giusto essere trattati così dopo 8 anni. Abbiamo pagato tutto, le nostre fedine penali sono pulite, siamo famiglie oneste. La casa è un nostro diritto”.

Un dramma che rischia di tramutarsi anche in una beffa, visto che a fine mese, secondo quanto appreso dai legali delle famiglie che hanno subito gli sgomberi, dovrebbe esserci l’approvazione della nuova legge in sanatoria sugli alloggi popolari. Essa prevede l’ingresso nella graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari per i cittadini che non abbiano precedenti penali, che siano in regola con i canoni di locazione, che abbiano residenza e che siano intestatari di un contratto di fornitura elettrica. Al momento però, la speranza di tutte le famiglie colpite dagli sfratti è quella di attendere fino a fine luglio.

“Il procuratore Borriello non ci ha dato ulteriori proroghe e il sindaco Diplomatico ci ha fatto diventare dei profughi – ha tuonato la signora Furiello -. Io ho la residenza all’isolato 7 da ben 38 anni, ma questa notte ho dormito sotto un porticato. Non avrei mai immaginato di essere trattata in maniera così disumana”.

Una sorte di poco più benevola con l’altra signora che ha approfittato di un’amica per poter permettere alla figlia febbricitante di guarire, in attesa di un’altra sistemazione: “Nelle nostre case – ha spiegato la Florio – c’era tutta la nostra vita. Se il sindaco dice di non poter fare nulla, allora dia le dimissioni”.

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