Sfregiate con l'acido per liti familiari di anni, resta in carcere la zia.

Annuncia il ricorso al Tribunale del Riesame l'avvocato Bernardo Scarfò, legale della 19enne accusata di avere provocato delle ustioni con l'acido a due sue nipoti di 17 e 23 anni al culmine di un'aggressione scattata nel quartiere Sanità di Napoli, all'una di lunedì scorso, 30 maggio.

Il gip di Napoli Saverio Vertuccio nel pomeriggio non ha convalidato (a differenza di quanto si era appreso in un primo momento) il decreto di fermo emesso dalla procura, per insussistenza del pericolo di fuga, ma ha emesso nei confronti dell'indagata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nell'ordinanza gli inquirenti ricostruiscono la vicenda partendo dalla genesi, una diatriba risalente a circa tre anni fa che ha diviso la famiglia e che ha esacerbato gli animi in maniera irreparabile.

Da allora i rancori mai sopiti tra le due fazioni sono degenerati via via fino all'eclatante episodio di lunedì notte. L'avvocato ritiene meritevoli di ulteriori approfondimenti le ricostruzioni sulla collocazione nella zona della Sanità degli scooter degli aggressori, tracciati grazie ai sistemi di riconoscimento delle targhe.

Le indagini della Squadra Mobile, coordinata dal dirigente Alfredo Fabbrocini, stanno anche cercando di fare luce, tra l'altro, sul precedente incendio della Smart intestata al padre delle due ragazze vittime del raid ma nella loro disponibilità. 

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