“Non vogliamo liberare la struttura perché ci serve, ma per tutelare la vita di 100 persone. Quell’area andrà sgomberata per garantire la loro sicurezza”. Il sindaco di Torre Annunziata Vincenzo Ascione commenta così l’esito dell’incontro in Prefettura con il Comitato Provinciale per la sicurezza pubblica. La riunione era stata convocato proprio per decidere il destino del campo rom dell’ex scuola Morrone.

L’ESITO DELLA RIUNIONE. Un lavoro che il comitato sta facendo da alcuni mesi con i comuni che superano i 40mila abitanti, rispetto ad occupazioni abusive di immobili pubblici e privati. L’amministrazione comunale, nell’ambito di questi incontri, ha portato all’attenzione del comitato la situazione di alcuni quartieri del territorio: non solo la “Morrone”, ma anche il Quadrilatero delle Carceri e il Rione Penniniello. Comunicate anche le contromisure che il comune sta per mettere in atto: lo sgombero del campo rom di Via Molini a Vapore.

“Laddove si configura un'occupazione abusiva che mette in pericolo la sicurezza delle persone – ha spiegato Ascione - noi dobbiamo intervenire. Dopo la tragedia di Rampa Nunziante non possiamo permetterci di restare fermi”.

LO SGOMBERO E IL REINSERIMENTO DEGLI SFOLLATI. Dalle relazioni fatte da Asl e ufficio tecnico comunale risulta che in quell’area non ci siano le condizioni minime di vivibilità. Lo sgombero verrà effettuato, senza possibilità di discussione, nell’arco di una settimana. Il sindaco Ascione si è confrontato con il Comitato Provinciale sulle possibili misure di sostegno da mettere in campo, sia sociale, che economico e assistenziale, una volta che le persone all’interno del campo rom verranno sfollate. “Le soluzioni però – precisa il primo cittadino – andranno concordate anche con l’ufficio politiche sociali. La legge ormai vieta l’apertura di campi rom, per cui l’unica possibilità è il reinserimento nel nostro tessuto sociale”.

L’incontro con l’associazione Ubuntu va proprio in questa direzione: da più di due anni i volontari fanno il possibile per recuperare soprattutto i bambini che vivono in quell’accampamento, con progetti scolastici, cure mediche e attività ludiche. L’obiettivo sarà quello di non rendere vani gli sforzi fatti finora dall’associazione.

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