Di seguito la lettera che il piccolo Vincenzo De Simone ha inviato al sindaco di Pompei, Nando Uliano, il 13 novembre scorso. Da quel giorno nessuna risposta del primo cittadino, della sua giunta o di qualche consigliere delegato.

La famiglia De Simone, di cui abbiamo raccontato la storia in questo articolo, è assegnataria di un alloggio popolare occupato senza contratto da una signora che ha fatto da badante ad una nonnina deceduta ormai anni fa. Da allora non ha lasciato la casa neppure quando, negli ultimi mesi del 2015, è stata intimata di sfratto dal comune. Anzi, attraverso un legale, ha intentato causa perdendola.

Ma ad oggi, nessuno dell’amministrazione Uliano ha disposto l’esecuzione dello sgombero e l’assegnazione agli aventi diritto.

“Signor sindaco,

Mi chiamo Vincenzo De Simone. Vorrei dirle che il mio futuro, in qualche modo, dipende da Lei. Sono un ragazzo di 13 anni e meno fortunato degli altri perché ho un’invalidità (diparesi spastica). Da bambino ho subito molti interventi chirurgici e ingessature alle gambe.

Vivo insieme ai miei 2 fratellini più piccoli, mia madre e mio padre, nell’estrema periferia. Mio padre è invalido come me e negli ultimi 3 anni sta peggiorando. La nostra vita è stata cambiata quando, il 12 febbraio 2014, è uscita la graduatoria (per accedere alle case popolari, ndr) e mio padre è risultato vincitore.

Abbiamo tanti problemi poiché abitando in periferia non abbiamo una farmacia vicino né un dottore o una scuola. Tutti questi problemi potrebbero essere risolti. Io non lo so chi ha torto o chi ha ragione ma so solo che l’alloggio potrebbe essere assegnato a noi. Sarebbe ed è nostro diritto avere questo alloggio ma è occupato da qualcuno che diritti non ne ha.

Le chiedo gentilmente di prendere la decisione giusta perché dalla sua decisione dipende la vita e il destino di 5 persone, compreso me.

Vorrei essere come i miei coetanei e partecipare nella società e non sembrare un ‘extraterrestre’ perché porto le stampelle (fortunatamente sono passato dalla sedia a rotelle a queste). Vorrei sentirmi utile, soprattutto in famiglia, mi piacerebbe andare a prendere il mio fratellino a scuola, uscire con gli amici. Spero che dopo l’ennesima operazione che dovrò subire i miei amici possono venirmi a trovare e ad aiutarmi per poter proseguire gli studi che sono molto importanti.

Sarò molto felice anche perché mio padre sarà più tranquillo poiché non dovrà più combattere per un nostro diritto ed io non sarò preoccupato per la sua salute dato che è molto malato di cuore. Tutto ciò sarà possibile e diventerà realtà se ci verrà assegnato l’alloggio.

Nessuno prende una decisione e nessune si assume le proprie responsabilità verso la mia famiglia. La ringrazio di cuore, spero di poterle parlare da vicino. Non vorrei essere ripetitivo ma il mio futuro dipende anche da Lei.

Con affetto Vincenzo De Simone

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