Basta che rispetti la sua percentuale e non sbagli con la bocca”. Così un dipendente dell’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata si è rivolto a Vincenzo Supino, nell’ambito di una discussione che gli inquirenti hanno definito riconducibile ai lavori di ristrutturazione anticovid finiti nel vortice della tangentopoli oplontina. Appalto che ha portato all’arresto dell’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale Nunzio Ariano, reo di aver ricevuto una mazzetta di 10mila euro. Soldi da dividere a metà con “la parte politica” e che hanno creato un terremoto nel comune di Torre Annunziata.

Secondo il giudice Lombardi del tribunale del Riesame è la dimostrazione di come “a Torre Annunziata vi sia un vero e proprio sistema di affidamento di appalti a fronte di dazioni indebite di denaro e che l’imprenditore Supino sia inserito a pieno titolo in tale sistema”.

Tutto è iniziato il 3 settembre quando Supino, contattato dall’ex vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Luigi Ammendola (che non risulta indagato), gli riferisce dell’opportunità dei lavori e di recarsi dall’ingegnere Ariano. “L’ingegnere – ha riferito Supino al giudice - mi disse che la mia ditta non aveva le competenze tecniche necessarie e che, se avessi voluto effettuare i lavori, avrei dovuto corrispondergli una somma di denaro, il 15 per cento sull’importo dei lavori (circa 30mila euro)”. Una richiesta fatta anche nel primo dei due incontri alle Sette Scogliere.

Nelle intercettazioni, oltre ai due incontri alle Sette Scogliere c’è stato anche l’episodio del pranzo di Terzigno. Il fatto è accaduto l’8 ottobre: insieme a Vincenzo Supino e suo padre Domenico c’erano 3 dipendenti dell’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata. Ariano era assente.

Durante il pranzo si fa riferimento a una somma di denaro di 30 o 40mila euro, “verosimilmente richiesta a Supino dall’ingegnere per l’affidamento di un nuovo appalto”, ha spiegato il giudice.

Dipendente UTC: “Enzo vieni, digli effettivamente il problema che hai avuto… tu mi hai detto ieri”
Vincenzo Supino: “Giustamente no diceva l’ingegnere in questi per dire 40mila euro ci sta anche lui”
Dipendente UTC: “No non è vero niente”
Vincenzo Supino: “Allora io ti voglio tutelare per questo sono qua”
Dipendente UTC: “Mmmhh… 30/40mila euro che ti ha chiesto li ha chiesti proprio. A parte che è assurdo per l’importo che è. Non lo so. Ti ho detto quindi non doveva essere meno del 15 per cento io ti ho avvisato pure. Già te l’avevo detto…”
Vincenzo Supino: “No perché lui è come se sapesse nella zona qual è la percentuale”
Dipendente UTC: “No non è vero. ha detto questo solo per farti sbottonare per vedere se effettivamente… no no… questo è perciò…”
Vincenzo Supino: “Va bene… e mò… giustamente posso dare la contabilità”
Dipendente UTC: “Eh ma in ogni caso volevo sapere da te lui ti ha chiesto prima o dopo”
Vincenzo Supino: “No quello già mi ha chiamato”
Dipendente UTC: “Alla faccia del c***o”
Vincenzo Supino: “Allora quando ci vediamo? Quando ci vediamo? Ma io non ho ancora fatto una fattura”
Dipendente UTC: “Tu ancora non devi fare niente…”

 

Poi, in un’altra conversazione avuta tra Vincenzo Supino e un dipendente dell’ufficio tecnico comunale, alla quale ha assistito anche un suo collega, emerge la candida ammissione dell’imprenditore su una dazione di denaro di 10mila euro. “Ma io ora gli diedi pure i 10mila euro”, ha riferito Supino.

Una dazione su cui era informato anche un altro imprenditore, di Striano. Lo stesso, parlando con un dipendente dell’ufficio tecnico, ha fatto riferimento di com’era a conoscenza del fatto che Supino aveva consegnato del denaro all’ingegnere: “Io so che l’ingegnere… ce li ha dati già pure all’ingegnere i soldi”.

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il primo incontro alle Sette Scogliere