Novant’anni: è la bella età del maestro Antonio Ciliberti, porticese Doc, che ha esposto le sue opere in Villa Fernandez, il bene confiscato alla camorra.

Ben 75 anni di pittura e scultura, un mondo di arte uscito dalla sua mente e dalle sue mani che gli attraversa tutta la vita e dona agli altri la sua interpretazione della realtà, della fantasia e delle sue riflessioni.

Le opere presentate nella due giorni a lui dedicata, mostrano il lungo percorso e puntualizzano gli episodi più importanti della sua carriera artistica. Persona umana, semplice, quasi umile nel comportamento che scaturisce dalla timidezza, Ciliberti ha invece mostrato le sue doti fin da subito; da quando, giovanissimo, lavorava nella grande raffineria petrolifera di Napoli. Prima da operaio e poi da tecnico riusciva, oltre a tirar   fuori benzina, anche a trovare il tempo per la creazione delle prime sculture, cuocendo le crete delle sue creazioni nei forni delle potenti caldaie dell’impianto di raffinazione.

Una vita non facile per Ciliberti, padre di sei figli, ma che non ha mai tralasciato le sue passioni: la pittura, la scultura e l’arte presepiale. Nel chiuso del suo laboratorio in terrazza, l’instancabile maestro di arte e di vita, ancora oggi, manipola la creta e i colori per creare e trasformare in realtà i suoi stati d’animo, quelli di una persona ancora tanto ricca di curiosità per il mondo e per la vita.

Il ritratto di una bambina fu la sua prima creazione pittorica: aveva 14 anni e narra una storia, quella di una bambina milanese, oggi 80enne: lo ha ricontattato per sapere se avesse ancora quel quadro, lei che l’ha seguito per oltre 70 anni. Il maestro ha scoperto di custodire ancora quell’opera.

L’evento, organizzato con il patrocinio della Regione Campania, è stato condiviso con i familiari che lo hanno voluto celebrare con gli amici, gli estimatori e i concittadini. Numerosi i riconoscimenti ricevuti anche a livello internazionale, tra i quali la Medaglia d'Argento nel 1975 di Pittura e Scultura "Natività 75" e l’onore di presentare le sue opere a Roma nel 1976 al Palazzo dei Congressi, quale unico scultore in una cornice di pittori italiani di fama internazionale tra cui Guttuso, Vespignani e Cantore


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