Soldi a “strozzo” e riciclaggio: condannati i Carotenuto di Torre Annunziata
I giudici: “Tutti colpevoli. Padre, madre e le loro quattro figlie”
08-04-2016 | di Salvatore Piro

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Torre Annunziata. Usura e riciclaggio all’ombra del Vesuvio: 25 anni di carcere per 6 membri della stessa famiglia, i Carotenuto di Torre Annunziata. Ufficialmente panificatori oplontini ma per i giudici Francesco Carotenuto, 69, conosciuto come “pacchiotto”, e sua moglie Teresa Manzillo, 68, “a’ cazettara”, “praticavano alle vittime tassi mensili fino al 5%”. Le quattro figlie della coppia – Anna, Carmela, Maria e Filomena – invece riciclavano i proventi del denaro dato a “strozzo”. Le ragazze sono state condannate a 3 anni di reclusione a testa, con multa da 2 mila euro.
LA SENTENZA. Le pene più pesanti a padre e madre: 6 anni e sette mesi per entrambi, Francesco Carotenuto “pacchiotto” e Teresa Manzillo “a’ cazettara”. Nella loro rete era finita una famiglia di imprenditori di Torre Annunziata. Ad inguaiare la coppia la denuncia in Procura della vittima: una donna con affari nell’import-export di quadri ed altre opere di valore, a sua volta con precedenti per appropriazione indebita. I coniugi Carotenuto, difesi dall’avvocato Andrea Manzillo, erano accusati di 39 prestiti usurai. Sono andati assolti da sette. Le indagini della Guardia di Finanza accertarono sui loro conti correnti entrate per 3 milioni di euro. La famiglia aveva intestato alle figlie quasi 4 milioni di euro tra immobili, polizze sulla vita, rapporti postali e investimenti in titoli. Patrimonio confiscato dai giudici.
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IL QUADERNO “ICEBERG”- LE CIFRE. Una volta concesso il prestito, la vittima di turno consegnava un assegno bancario con la corresponsione di un valore decurtato dell’interesse mensile. L’inchiesta si ampliò nel febbraio 2010: gli inquirenti ritrovarono un quaderno pieno di appunti che “documentavano i rapporti di credito-debito coi Carotenuto”. Nell’aprile del 2006 la vittima girò ai panificatori torresi assegni per 12 mila euro, con interessi pari a 3.960; poi: “due assegni, di 5 mila e 9 mila euro, girati in dieci giorni con interessi di 840 euro totali”. Accanto al prestito c’era scritto “pacchiotto” o una T: l’iniziale di Teresa Manzillo.
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