Sorrento. Continua a sgonfiarsi l’inchiesta “scuolabus" sul presunto appalto truccato in favore della cooperativa "Torquato Tasso" di Sorrento. I giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal pm contro l’ordinanza del Riesame che lo scorso 30 dicembre aveva scarcerato Alfonso Ronca: il 46enne “re dei trasporti” costiero, nonché amministratore delegato della società che nel 2012 si aggiudicò la gara da oltre un milione e 300 mila euro per il servizio di trasporto scolastico comunale.

Ronca, difeso dagli avvocati Gennaro Maresca ed Ippolito Matrone, dopo lo scandalo era finito ai domiciliari con l’accusa di turbativa d’asta. Travolta dallo scandalo, col “re dei trasporti”, anche la rappresentante legale della “Tasso”, la 69enne di Massa Lubrense Giovanna Cacace, alla quale i giudici avevano però “concesso” l’obbligo di dimora sull’isola d’Ischia. Anche la Cacace attenderà da libera le prossime mosse del pm: archiviazione o rinvio a giudizio. Stessa sorte per Antonio Giammarino, 60anni, dirigente del Comune di Sorrento scarcerato nel gennaio scorso.

L’INCHIESTA. L’indagine ruota intorno all’affidamento nel 2012 del servizio pubblico di trasporto alla cooperativa. Secondo l’accusa, la “Torquato Tasso” non avrebbe potuto partecipare all’appalto – che concedeva la gestione del servizio “scuolabus” per 5 anni - perché esercitava “attività di noleggio con conducente”. Requisito contrario alla legge regionale e che non avrebbe concesso alla cooperativa di prender parte alla gara. Secondo la ricostruzione della Procura sarebbe stato proprio Antonio Giammarino ad indurre il Consiglio comunale di Sorrento ad approvare il regolamento del servizio scolastico, omettendo alcuni requisiti che avrebbero impedito alla cooperativa di aggiudicarsi l'appalto.
 

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