Intascavano “mazzette” da musicisti e dj della movida per evitare di pagare i diritti d’autore. La Siae ora chiede i danni ai suoi ex accertatori e mandatari, attivi tra Castellammare di Stabia e la penisola sorrentina. E’ partito con l’ammessa costituzione di parte civile della società, il processo che al tribunale di Torre Annunziata sta cercando di svelare i retroscena della presunta maxi-truffa da 2 milioni di euro, scoperta nel 2015 dalla Guardia di Finanza di Massa Lubrense.

IL PROCESSO – LE CONDANNE. Corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e rivelazione del segreto d’ufficio, le accuse mosse a vario titolo alle persone coinvolte nel primo filone dell’inchiesta. In 8 furono incastrati dai militari delle fiamme gialle, diretti dal tenente Nunzio Difonzo e dal colonnello Carmine Virno. Cinque di loro hanno scelto il rito ordinario a processo.

Si tratta degli ex accertatori dell’ufficio Siae di Castellammare di Stabia (ormai chiuso). Il gup, invece, ha già condannato a 10 mesi in abbreviato Eduardo Martone, volto noto della movida di Sorrento, ed a 4 mesi Alfonso Pepe, funzionario Siae di Pagani. L’ultimo imputato, Enrico Saggese (di Pimonte), aveva in precedenza patteggiato una pena di 6 mesi.

IL “PIANO”. In base alla ricostruzione degli inquirenti, i 4 accertatori avrebbero ideato una truffa che permetteva loro di incassare “mazzette” direttamente da musicisti e dj della zona, coinvolgendo anche albergatori e ristoratori compiacenti. Dalla base stabiese, la presunta truffa si sarebbe poi allargata ai locali dell’area dei Monti Lattari, fino a coinvolgere la movida della penisola sorrentina. In pratica, l’evasione del pagamento avveniva in diversi modi: in alcuni casi i diritti d’autore venivano pagati ad artisti semisconosciuti, truccando i borderò delle serate; in altri, sarebbero stati gli stessi referenti della Siae ad informare i titolari dei locali delle ispezioni inviate dalla sede centrale.

IL “FILONE-BIS”. La seconda “tranche” dell’inchiesta, invece, ha visto il coinvolgimento di 46 titolari di ristoranti, alberghi, bar e lidi balneari indagati per violazione del diritto d’autore. Secondo gli inquirenti, cerimonie private come battesimi, comunioni e matrimoni, ma anche concerti e serate in discoteca, venivano organizzati senza il rilascio del nulla osta della Siae. I finanzieri avrebbero accertato i fatti in 43 locali tra i Comuni di Castellammare di Stabia, Lettere, Pimonte, Gragnano, Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Agerola, Sorrento, Vico Equense e Sant’Agnello.

(di Salvatore Piro)

Sondaggio


Risultati



Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"