Spaccio di droga, arrestato l’ex pugile Pietro Aurino. In manette anche il fratello e la cognata
I carabinieri hanno documentato 50 casi di cessione di cocaina, crack e marijuana nel rione Provolera di Torre Annunziata
15-11-2019 | di Redazione
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Cinquanta casi di compravendita di droga all’interno del rione Provolera a Torre Annunziata. E’ quello che sono riusciti a documentare i carabinieri di Torre Annunziata che, questa notte, hanno eseguito tre arresti. A finire in manette l’ex pugile Pietro Aurino, il fratello Salvatore di 39 anni e la moglie di quest’ultimo, Marianeve Longobardi, 49 anni.
Le misure sono state emesse dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della locale Procura della Repubblica, all’esito delle indagini condotte dai carabinieri nei mesi di settembre e ottobre 2019, nel corso delle quali Salvatore Aurino e Marianeve Longobardi erano stati arrestati in flagranza, sorpresi in possesso di 3 grammi di cocaina, 9 di crack e di uno spinello di marijuana, nonché di materiale necessario al confezionamento dello stupefacente.
Attraverso più approfondite verifiche, i militari hanno individuato il giro degli acquirenti e compreso le modalità di spaccio, ricostruendo così il funzionamento di una prolifica piazza di spaccio all’interno dello storico rione “Provolera”.
Spaccio di droga a Torre Annunziata: bocche cucite per Salvatore e Pietro Aurino
L’ex pugile arrestato nei giorni scorsi con il fratello e la cognata in silenzio dal Gip: sono responsabili di circa 50 cessioni di cocaina, marijuana e crack al rione Provolera
Gli acquirenti, in particolare, erano soliti acquistare lo stupefacente direttamente presso l’abitazione degli indagati, certi di trovare sempre disponibilità. Ai pusher erano necessari solo pochi istanti per recuperare la droga, già pronta e occultata in diversi nascondigli ricavati nelle pertinenze dell’abitazione. Le cessioni avvenivano così in modo estremamente rapido e in un contesto ambientale di difficile penetrazione da parte delle forze dell’ordine. I carabinieri, attraverso ripetuti appostamenti, sono tuttavia riusciti a documentare oltre 50 compravendite.
Le tre misure sono state eseguite a Latina, ove i tre si erano recentemente trasferiti.
Per tutti è stata disposta la custodia cautelare in carcere.
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