Sono passati tre anni da quando per la prima volta la diffusione globale del coronavirus veniva definita come una “pandemia” dall’Oms. Risale all’11 marzo 2020 la conferenza stampa del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus in cui disse: “Abbiamo valutato che il Covid-19 può essere caratterizzato come una pandemia, una parola da non usare con leggerezza o disattenzione”. Nelle stesse ore dell'11 marzo, in Italia, l'allora premier Conte potenziava le misure restrittive alle attività non necessarie, dopo aver dichiarato il lockdown il 9 marzo.
"Descrivere la situazione come una pandemia - proseguì il numero uno dell’Organizzazione mondiale della Sanità - non cambia la nostra valutazione sulla minaccia rappresentata da questo virus. Non cambia ciò che l'Oms sta facendo e non cambia ciò che i paesi dovrebbero fare”.
I primi casi confermati sull’uomo si erano riscontrati dagli ultimi mesi del 2019 nella città di Wuhan, in Cina (anche se si ritiene che il virus circolasse già da fine estate o inizio autunno). Si è diffuso nel Paese, favorito anche dagli spostamenti dovuti ai festeggiamenti del capodanno cinese. Poi da metà gennaio furono ufficializzati i primi casi anche in altri Paesi. Il 30 gennaio l’Oms aveva dichiarato “l’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale”. Solo a marzo però, dopo che il virus si era ormai diffuso in numerosi Paesi, l’Oms basandosi sui livelli di gravità e la diffusione globale dell’infezione da SARS-CoV-2, ha dichiarato che l’epidemia di Covid-19 potesse essere considerata una pandemia.
Il 15 marzo 2020 l’Ospedale di Boscotrecase fu convertito a covid center, con i pazienti all’interno della struttura che furono trasferiti tra Castellammare di Stabia, Torre del Greco e Nola. Il blocco operatorio e chirurgia a Torre del Greco, l’unità coronarica a Nola mentre a Castellammare ortopedia e chirurgia. Solo il giorno successivo arrivò il primo contagio covid a Torre Annunziata, un paziente di 75 anni che il 23 marzo, dopo 6 giorni di agonia, morì al covid hospital di Boscotrecase.
I due archivi di dati grezzi del Coronavirus Resource Center rimarranno accessibili per le informazioni raccolte dal febbraio 2020 ad oggi su casi, decessi, vaccini, test e dati demografici. Il bilancio "finale" dell'istituto dà conto di 676.609.955 casi accertati, 6.881.955 morti e 13.338.833.198 dosi di vaccino somministrate in tutto il mondo. Fin dall'inizio della raccolta dei dati, è apparso evidente che i dati erano da considerare sottostimati a causa delle difficoltà di ottenere dati ufficiali in molti Paesi.
Quello che è certo è che il covid rimarrà una delle pandemie più violente di tutta l’umanità. Solo ora, a distanza di tre anni, si può iniziare a scorgere la luce in fondo al tunnel.
Sono passati tre anni da quando per la prima volta la diffusione globale del coronavirus veniva definita come una “pandemia” dall’Oms. Risale all’11 marzo 2020 la conferenza stampa del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus in cui disse: “Abbiamo valutato che il ...
Questo contenuto è riservato agli utenti premium
Sei già abbonato? Effettua l'accesso
Abbonati adesso, basta 1 click!
Solo 0,70€/mese