“La vera responsabilità è soprattutto dei genitori, che con l’avanzare delle nuove tecnologie rischiano di perdere definitivamente il controllo sulla vita dei propri figli”.

A dirlo è Nicola Donadio, vicequestore aggiunto al Commissariato di Polizia di Sorrento, originario di Torre Annunziata. Oltre vent’anni di esperienza maturata sul campo, durante la quale ha toccato con mano l’evolvere dei nostri tempi e, conseguentemente, l’uso delle nuove tecnologie da parte dei più piccoli. Nel corso di un evento tematico tenutosi a Sant’Agnello, in Penisola Sorrentina, ha analizzato le modalità di intervento per combattere efficacemente il fenomeno.

“Statisticamente è difficile rilevare con precisione la portata del fenomeno del cyberbullismo – ha spiegato Donadio – anche perché resta un sottobosco fatto di omertà, silenzi e paure che rendono difficile avere esattamente chiaro il quadro della situazione. Ciò che fa paura, però, è che spesso i genitori tendono a non ledere più la privacy dei propri figli per il timore di interrompere il ‘rapporto di amicizia e confidenza’ che si instaura con i piccoli. Un gesto, talvolta, inconsapevole, ma che denota come siano cambiati i tempi. Nel passato, è vero che i social non c’erano, ma c’era maggiore controllo in tutti gli aspetti dell’ambito familiare”.

In un mondo in cui “essere social” sta diventando sempre più importante soprattutto tra i giovani, “spiare” il modo in cui i minorenni usano smartphone e computer può rappresentare l’ostacolo da superare per poter mantenere il giusto equilibrio nella loro vita. “Talvolta i genitori – ha concluso Donadio – permettono ai propri figli, anche con leggerezza, di usare le nuove tecnologie. Sono però i principali responsabili delle conseguenze che ne possono derivare”.