Chissà cosa deve essere passato per la testa di un ragazzino di soli tredici anni prima di pensare di farla finita precipitando nel vuoto dalla finestra della sua stanza. Un vortice di paura, di angoscia e di solitudine senza alcuna via di salvezza, almeno per lui. I suoi genitori dopo mesi non riescono a darsi pace per quanto accaduto al loro unico figlio.
Una tragedia, quella di Alessandro che ha scosso l’intera comunità di Gragnano, cittadina ai piedi dei monti Lattari. Entrambi lavoratori, quella mattina erano fuori casa. Il giorno prima il ragazzino, di rientro dalle vacanze estive, aveva organizzato una piccola festa con i suoi amici. Poi qualcosa è accaduto. Qualche messaggio della mamma al suo bambino, senza ricevere alcuna risposta. Di qui la preoccupazione che poi ha lasciato il posto al dramma più assoluto per un genitore: la morte del proprio figlio. Ad accorgersi per primi che qualcosa fosse accaduto sono stati i vicini. Quando si sono affacciati hanno visto il ragazzino agonizzante sull’asfalto. Strazianti le urla di chi ha visto il suo volto mentre esalava gli ultimi respiri. Inizialmente si era pensato a un incidente: ma dai primi rilievi effettuati dai Carabinieri si è capito subito che qualcosa non quadrava.
Dall’analisi dei cellulari e del computer usati dal ragazzino sono emerse minacce, insulti e perfino inviti ad uccidersi, che potrebbero averlo spinto verso il gesto estremo. Aperto un fascicolo con l’ipotesi di istigazione al suicidio, con sei persone iscritte nel registro degli indagati, ritenute i presunti autori dei messaggi inviati alla vittima. L’ultimo messaggio Alessandro l’ha mandato alla fidanzatina: “Non reggo più. Ti lascio”. Queste le parole scritte prima di precipitare dalla finestra. Vessato quotidianamente da quel nemico subdolo del cyberbullismo, non trovando il coraggio di parlare con i genitori e gli insegnanti, Alessandro ha deciso di togliersi la vita in uno dei momenti di sconforto che lo colpivano da quando era finito nel mirino di ragazzi, di poco più grandi, che lo bersagliavano di insulti e minacce, fino a scrivergli “ucciditi” in un messaggio.
E a fare da “regista del terrore”, secondo gli ultimi accertamenti effettuati, sarebbe stata l’ex fidanzatina. Il piccolo è finito nella rete dei bulli per una simpatia svanita troppo presto. Una miccia che ha innescato una follia persecutoria, tanto che si ritiene che il giovane potesse temere anche per la sua incolumità, in vista dell’imminente ritorno a scuola.
Alessandro aveva avuto una simpatia per una sua coetanea, voltando le spalle all’ex per una nuova “fiamma”. Un’onta che secondo la ragazzina offesa doveva essere lavata con terrore e persecuzione. Insulti via chat, arrivati ad ogni ora sul suo telefono, offese guardandolo negli occhi in segno di sfida, quando il tredicenne incontrava in strada la comitiva pronta a muoversi in branco. Lui da solo, nel quartiere in cui era cresciuto a Gragnano, adesso non era più al sicuro.
Si sentiva accerchiato, Alessandro. Una persecuzione, con i caratteri dell’ossessione, di cui la vittima aveva trovato il coraggio di parlare solo con l’attuale fidanzatina, che aveva condiviso il segreto con lui. Finché quel giorno le ha scritto le ultime parole prima di lanciarsi nel vuoto, spegnendo per sempre il sorriso luminoso di un angelo volato via troppo presto.
Chissà cosa deve essere passato per la testa di un ragazzino di soli tredici anni prima di pensare di farla finita precipitando nel vuoto dalla finestra della sua stanza. Un vortice di paura, di angoscia e di solitudine senza alcuna via di salvezza, almeno per lui. I suoi genitori dopo mesi n...
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