TORRE ANNUNZIATA. Falso ideologico in atto pubblico, “perché celebrò le nozze del cugino del boss Francesco Gallo fuori dal territorio comunale e senza autorizzazione”: con quest’accusa è partito oggi, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata, il processo a carico tra gli altri di Raffaele De Stefano, consigliere comunale all’epoca esponente di maggioranza in quota “Torre del Valore”.

Per il pm della Procura della Repubblica oplontina, Antonella Lauri, De Stefano avrebbe celebrato il rito civile tra Pasquale Coppola, cugino appunto del ras “Francuccio o’ Pisiello”, e Corrada Agnello in un noto ristorante di Torre del Greco. Ben lontano quindi da Palazzo Criscuolo.

“I carabinieri sono stati presenti al ristorante fino al volo dei colombi ed hanno visto che gli atti sono stati compilati in quella sede, non al Comune”: questa la ricostruzione in aula della pubblica accusa, che convinse in estate il gup Antonello Anzalone a rinviare a giudizio il politico torrese.

Alla sbarra con De Stefano che, assistito dai legali Massimo Lafranco e Giuseppe De Luca, ha scelto di difendersi con rito ordinario, ci sono anche Giovanni Salerno (difeso da Nando Striano), imputato invece per estorsione e Luigi Cirillo, al quale il pm contesta la detenzione e il traffico di sostanze stupefacenti. L’inchiesta che vede coinvolto suo malgrado il consigliere comunale è ampia, e ha già portato alla condanna in abbreviato di 7 persone ritenute dal giudice nell’orbita del clan “Gallo-Pisielli”.

Un vizio formale di notifica, che non ha consentito oggi a tutti gli imputati di essere a conoscenza del processo, ha determinato lo slittamento dell’udienza a dicembre: in quella sede, accusa e difesa faranno le loro richieste istruttorie: tante. Il processo è solo al via. I suoi tempi si prevedono lunghi.


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