Stabia-Lupa e quel retroscena inquietante: “…Se non passa la partita che gli ha detto l’ammazzano…gli ha fatto giocare la Juve…”
L’ex calciatore Di Lauro, nelle intercettazioni, teme per la vita del ds Ercole Di Nicola
20-05-2015 | di Salvatore Piro
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Spuntano nuovi inquietanti retroscena dietro la presunta “combine” di Juve Stabia – Lupa Roma del 1 novembre 2014 in Lega Pro. Indagati, per l’episodio specifico, il ds de L’Aquila Ercole Di Nicola, l’ex calciatore Fabio Di Lauro, ed il gruppo degli scommettitori dell’Est, gli sloveni Aleksander Brdanin, Uros Milosavljevic ed il serbo Milan Jovicic. Sarà invece la giustizia sportiva, come sempre, ad occuparsi dell’eventuale responsabilità, ad oggi esclusa, delle società calcistiche.
Per l’accusa Di Nicola, sfruttando “sue conoscenze nel mondo del calcio professionistico”, riusciva ad avere “informazioni privilegiate” utili a “orientare le scommesse del gruppo”.
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Una “soffiata” sull’uno fisso (la partita finì poi due a zero per le Vespe, ndr) “venduta”, come emerge dalle carte dell’inchiesta, proprio da Di Nicola agli “stranieri” per 8mila euro. “Soffiata” alla fine giusta, ma inizialmente “rischiosa”, addirittura per la stessa vita del direttore abruzzese.
Questa, infatti, la confessione telefonica fatta da Di Lauro al magazziniere del Santarcangelo Daniele Ciardi (anch’egli indagato per vicende diverse, ovvero le presunte “combines” coinvolgenti la sua squadra).
“Io penso che Ercole... se non passa la partita che gli ha detto, l'ammazzano...” afferma preoccupato al telefono, per la vita “dell’amico Di Nicola”, Di Lauro a Ciardi. “Loro si sono giocati 30-40 mila euro sulla Juve Stabia, cioè da matti... da matti...” prosegue.
“Gli stranieri”, alla fine, per il pm titolare dell’inchiesta “Dirty-Soccer”, scommetteranno e vinceranno. A Di Nicola, invece, sarebbe andata male. La “soffiata” italiana, infatti, prevedeva una sorta di “controsoffiata” estera: l’uno fisso sulla gara Borac Čačak - FK Napredak della Super Liga serba. Vinceranno gli ospiti.
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