Stalking a Quagliarella, riparte il processo. Il bomber assente in tribunale per Toro-Milan
Il poliziotto Raffaele Piccolo si fingeva amico delle vittime: “Lo conobbi su facebook. Poi iniziarono sms pornografici”
16-10-2015 | di Salvatore Piro
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E’ ripartito dopo il cambio giudice al Tribunale di Torre Annunziata (da Maria Rosaria Aufieri ad Ernesto Anastasio, ndr) il processo per stalking a vip e professionisti di Castellammare di Stabia. Nella “rete” di Raffaele Piccolo, il poliziotto della Postale di Napoli, che per l’accusa si fingeva amico delle vittime offrendo loro “consigli e protezione”, anche Fabio Quagliarella ed il cantante Guido Lembo.
L’ex attaccante del Napoli e della Juventus, in particolare, denunciò al pm della Procura della Repubblica Barbara Aprea l’invio di presunte lettere diffamatorie sul suo conto. Messaggi spediti nel 2009 anche nelle sedi di Udinese e Sampdoria, tutte squadre in cui Quagliarella ha giocato, che parlavano di “festini e di personali contatti con la camorra”.
Il bomber della Nazionale, parte civile a processo con papà Vittorio (entrambi difesi dall’avvocato Gennaro Bartolino), ha chiesto la “giustifica” per la nuova udienza: assente per l’allenamento di rifinitura di Torino-Milan, l’anticipo di serie A in programma domani alle 20:45. Ma oggi in tribunale nuove testimonianze inchioderebbero Piccolo.
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“Lo conobbi a gennaio, chattando su facebook – così in lacrime, al nuovo giudice, la signora Daniela, moglie di un noto medico legale finito nel ‘mirino’ del poliziotto - . L’amicizia mi fu consigliata da un avvocato. Avevo dei figli minorenni e Piccolo poteva darmi dritte per evitare guai in rete. Gli parlai della mia famiglia. Ad aprile arrivò sul cellulare di mio marito un primo sms: portava ad un link di una pagina pedo-pornografica. Mio marito pensò ad un errore, ma quegli sms dopo aumentarono. Mio marito divenne intrattabile, tesissimo – incalza il racconto - . Aveva paura. Io gli dissi di andare da Piccolo, poteva aiutarlo. Lui gli consigliò di non denunciare”.
“Non avevo mai visto il poliziotto prima – continua oggi la donna - . Dopo il primo contatto su facebook, invece, iniziai ad incontrarlo sempre più spesso. In strada, facendo la spesa, portando i ragazzi in palestra. Per me l’inferno iniziò a maggio. A casa arrivavano lettere spedite da una fantomatica amante di mio marito. Temevo di perderlo. Anche io avevo paura e mi rivolsi a Piccolo per un aiuto. Lui rispose che erano messaggi inviati da un sito che permetteva l’anonimato”.
Acquisite in aula, al fascicolo del “dibattimento-bis”, le prove già raccolte contro il presunto poliziotto-stalker. Piccolo, per l'accusa, offrendo la "sua mano" ai vip avrebbe in cambio ricevuto dagli stessi alcuni benefit (anche una vacanza a Capri, ndr). Su richiesta dei legali dell'imputato (Gabriele Di Maio e Massimo Senatore) dovrà però tornare in tribunale proprio Vittorio Quagliarella, il papà di Fabio, che il 18 febbraio svelò al primo giudice del processo le denunce presentate dal figlio-goleador “per le lettere e i messaggi ricevuti”.
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