Dopo un anno dall’insediamento della giunta si provvederà alla verifica”. Queste, più o meno furono, le parole ratificate al luglio 2014 quando si sancì ufficialmente la nuova maggioranza ed il neo governo cittadino di Torre Annunziata. Sotto la guida del sindaco Giosuè Starita si insediarono sei nuovi assessori e fu riconfermata Fausta Cirillo, l’unica superstite dell’esperienza dell’esecutivo tecnico durato in carica gli otto mesi precedenti. Va aggiunto, poi, ad onor di cronaca che dal governo oplontino sono già usciti Savarese, defenestrato perché accusato di “aver votato il centrodestra alle ultime regionali”, e Celone, che si è dimessa perché “il sindaco non mi faceva lavorare”.

Una breve cronistoria che da l’idea del contesto in cui si inseriscono fibrillazioni che da aprile di quest’anno, dopo quasi 12 mesi dall’accordo della “verifica”, sono un crescendo, fino a quelle delle ultime ore in cui si vocifera sempre più un ultimatum per l’azzeramento della giunta. Ma non solo. Tutt’altro che isolate le voci di quelli che vorrebbero mettere in discussione anche il presidente del consiglio comunale, Raffaele Di Donna, e quello della Prima Vera, Alfonso Malacario. “Sono posizioni che devono scegliere i partiti”, si bisbiglia a Palazzo Criscuolo.

Tutto sembra avere un unico fine: le elezioni amministrative 2017. Per quella data i partiti con la guida del PD dovrebbero trovare la quadra e soprattutto una coalizione vincente. Una sfida nel segno dell’unità che si prospetta in salita se non si soddisfano le aspettative di chi vorrebbe un proprio riferimento ‘politico’ in quella che si spera essere l’ultima giunta del decennio Starita.

Proprio i Dem qualche giorno fa hanno rinsaldato le fila con il nuovo direttivo allargato anche all’area Casillo. A fronte di chi si compatta, altri gruppi si disfano in piccole bande. Dopo la fuoriuscita di Gallotta e Vitiello da Centro Comune che sono approdati a NCD, sembra che abbia suonato alla porta del partito di Alfano anche Ossame, sempre più in contrasto con le posizioni di Manzo. Entrambi i gruppi aspirano ad almeno un assessore ciascuno a cui si dovrebbero aggiungere i tre del PD. Se la Cirillo fosse nuovamente confermata resterebbe disponibile un solo posto vacante per tre: De Stefano, Roviello e Izzo.

Il problema maggiore è per Raffaele De Stefano che, stando ad accordi preelettorali, dovrebbe fare un passo indietro, dimettendosi e facendo entrare il primo non eletto. Opzione che si sposerebbe benissimo se alla sua lista andasse l’ultimo assessore rimasto ma che lascerebbe a bocca asciutta Roviello ed Izzo.

A questo, in ultima ipotesi, si aggiunge la ‘spartizione’ dei posti in commissione paesaggio. È vero che i tecnici possono presentare la candidatura al Comune (il bando è stato messo online dopo la nostra segnalazione) ma è ancora più vero che poi saranno i consiglieri a scegliere i cinque che andranno ad insediarsi nella commissione.

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