Torre Annunziata. “Il 2015 per la mia città? Il bicchiere è mezzo pieno, senza ombra di dubbio. Anche i torresi iniziano a capirlo e con la Zona Franca l’economia ha girato. Prima qui anche una pizza te la sognavi”. Traccia il classico bilancio di fine anno il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita. Il primo cittadino prende la parola in Comune, a Palazzo Criscuolo, dopo la settima edizione della giornata in memoria di Giuseppe Veropalumbo e delle vittime innocenti di camorra (vedi foto).

LE CIFRE. Per Starita “le chiacchiere stanno a zero, contano i fatti” e soprattutto ai suoi avversari politici “dedica” un comunicato stampa zeppo di cifre: sono i 52 milioni di euro di appalti per le opere pubbliche già iniziate a Torre Annunziata; 6 cantieri aperti – 33 milioni di euro impegnati per la riqualificazione del porto – 12 invece per i 2 contratti di Quartiere al rione “Penniniello” – 900mila per le pompe di sollevamento alla zona industriale di Rovigliano – 500mila euro per il nuovo Asilo Nido in via Parini. Due pareri del Ministero sbloccheranno dal 7 gennaio in poi i 3 milioni e 750mila euro dei “Fondi Jessica” per i pontili della Ferrovia, più altri 2 milioni e 500mila da impegnare nella nuova palestra di via Murat.

GLI OBIETTIVI. “Due cantieri partiranno nei prossimi mesi – continua il sindaco - . Il primo entro fine gennaio: spenderemo 1 milione e 700mila euro per le strade cittadine. A febbraio il Quadrilatero e via Bertone si rifaranno il look, con una piazzetta e una via di accesso alternativa. Sarà un intervento da 400mila euro. Entro il 31 gennaio, infine, completeremo anche Villa Parnaso”. Gare, appalti e lavori pubblici per cambiare definitivamente il volto di Torre Annunziata.

“Il prossimo step? Col recupero del mare – afferma - il nostro porto dovrà essere l’approdo ideale per tutti i siti archeologici campani e ho un sogno: trasformare lo Spolettificio nel punto di stazionamento e di partenza verso i siti Unesco della Regione”.

BASTA POLEMICHE, NON POSSO RICANDIDARMI. Giosuè Starita si guarda indietro. Torna con la mente al 2008 e al suo primo mandato, quando Torre Annunziata era un vero e proprio “droga-market” a cielo aperto. Usa il ricordo per l’affondo finale ai suoi avversari politici che ancora oggi, dopo 7 anni, lo accusano per le Giunte troppo ballerine e i repentini “cambi di casacca”: “Le rivoluzioni non si fanno con la falce e il martello, ma con la cultura ed il lavoro. C’è chi chiacchera, beandosi in polemiche sterili e non me ne preoccupo: ho affrontato avversari di livello nazionale, altrochè".

“Un messaggio ai critici? Tranquilli, io non posso ricandidarmi. Ma rivendico il cambiamento economico di Torre Annunziata. Quanti locali, pub e attività commerciali hanno aperto in questi anni, creando posti di lavoro e centri di aggregazione? Chi critica torni al 2008. Io – conclude Starita – continuo per la mia strada. Perché oggi la nostra città è luminosa. Dovrà adesso diventare pure ospitale”.     

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