E' un fiume in piena stamattina Giosuè Starita, nell'insolito incontro da lui stesso preteso con la stampa al "Giraud" per chiarire in prima persona, da sindaco di Torre Annunziata, il significato ed i risvolti socio-economici dello "spettacolare" sgombero di Palazzo Fienga, la roccaforte del clan Gionta oggi murata ed avviata alla confisca. Parla dati alla mano, sciorinando cifre e numeri il sindaco, come i 4mila 500euro (circa 30 euro a persona) che il Comune sborsa ogni giorno per offrire vitto e alloggio ai 150 sfrattati nei box di via Tagliamonte, alla scuola di via Isonzo o in albergo a Pompei (hotel che, domani, sarà lasciato dagli occupanti). Soldi che "recupereremo con procedure in danno dei proprietari delle case pericolanti di via Bertone", rassicura Starita, il cui tono diventa acceso subito dopo: "In questi giorni - continua - siamo tutti diventati paladini dei deboli e degli oppressi, ma nessuno ha detto una cosa: riappropriarsi di Palazzo Fienga significa che Torre Annunziata non è più la città della camorra. Non giriamoci intorno - affonda - in quel luogo il clan commissionava spedizioni ed omicidi. Oggi il Palazzo è dello Stato; prima era solo un covo di morte".

IL FUTURO DEL PALAZZO Altra questione dibattuta, spinosa. Altra opportunità da sfruttare, secondo Starita, per aprire "nella vecchia città del contrabbando e della droga una nuova fase. Qualora il Palazzo - spiega il sindaco - non venisse confiscato (ma la sorte pare scontata, ndr) attueremo il nostro piano di recupero. Nel cortile interno penso ad un Commissariato di Polizia con appartamenti per le forze dell'ordine. L'altra parte potrebbe invece ospitare associazioni che si battono per la legalità".

LA POLEMICA CON LIBERA Associazioni anti-camorra, appunto. Starita non le cita mai direttamente ma il riferimento al "silenzio" della neonata Libera, sullo sgombero, è palese: "C'è chi agisce concretamente e chi al contrario fa l'anti-camorra di facciata - puntualizza con ironia - . Sinceramente mi sarei aspettato ben altre risposte da partiti ed associazioni che ogni giorno dichiarano di battersi per la legalità e sia chiaro a tutti: il Comune non ha sgomberato il Palazzo per paura dello scioglimento del Consiglio. Abbiamo invece ritenuto che liberarlo rivestisse gran valore democratico, una scossa elettrica per Torre da cui ripartire".

LA SORTE DEGLI SGOMBERATI Lunedì prossimo alle 9 al Comune, nuovo incontro con una delegazione delle famiglie sfrattate: "L'Amministrazione non può dare case, solo aiutare nella ricerca di un alloggio - conclude Starita - . I tempi di abbandono dei box e della scuola? Non posso dare una risposta precisa, ma è chiaro che il Comune non può permettersi di pagare 5mila euro al giorno all'infinito".

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