“Sono favorevole al ritiro dei cellulari, salvo poi utilizzarli in modo istruttivo. In Francia, paese non molto lontano dal nostro, sono anni avanti sulla gestione della tecnologia”. Marianna, una docente di Trecase in servizio in una scuola superiore di Napoli, vorrebbe un utilizzo appropriato dei cellulari in classe. Soprattutto in una scuola, come quella di oggi, che non riesce a supportare con efficienza l’evoluzione digitale e la digitalizzazione delle nuove generazioni.
“Io i telefoni – prosegue – li faccio usare grazie ad alcune applicazioni e altri programmi di traduzione. Non avendo altri supporti tecnologici, ho preferito limitare l’uso inappropriato dei telefoni, incanalando le attenzioni degli studenti attraverso lo studio. E controllarli diventa facile. Ci si accorge subito se uno studente sta facendo altro perché si ha poco tempo per rispondere alle domande. Ma soprattutto, giro spesso tra i banchi. E’ purtroppo l’unico modo, se non si è abbastanza responsabili, per evitare l’uso inappropriato degli smartphone”.
Ma c’è dell’altro. Perché basta varcare i confini dell’Italia per trovare paesi più all’avanguardia sotto il profilo delle nuove tecnologie a scuola. “In Francia pagano le stesse nostre tasse e in alcune regioni hanno un accordo per dare computer gratuiti agli studenti. Nell'istruzione superiore, il Centre régional des œuvres universitaires et scolaires (Crous) può dare questa possibilità. Ci sono anche banche che danno i dispositivi agli studenti più meritevoli o una sorta di borsa di studio che prevede anche il computer”.
“Sono favorevole al ritiro dei cellulari, salvo poi utilizzarli in modo istruttivo. In Francia, paese non molto lontano dal nostro, sono anni avanti sulla gestione della tecnologia”. Marianna, una docente di Trecase in servizio in una scuola superiore di Napoli, vorrebbe un utilizzo appr...
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