La quotazione petrolio è il processo attraverso cui si determina il prezzo al barile del greggio nei mercati internazionali. Questo prezzo è influenzato da una combinazione di fattori economici, politici, tecnici e finanziari. Storicamente, la formazione del prezzo del petrolio ha subito profonde trasformazioni, passando da un controllo politico diretto a un sistema dominato dai mercati finanziari.

Nel primo secolo dell'industria petrolifera, la quotazione del petrolio non avveniva in modo trasparente sui mercati. I prezzi erano decisi direttamente dalle grandi compagnie petrolifere, in particolare quelle americane e britanniche, come la Standard Oil (poi divisa in più società) e la Anglo-Iranian Oil Company (divenuta poi BP). Queste compagnie fissavano i prezzi in base ai propri interessi strategici, spesso attraverso accordi cartellistici.

In questa fase, il petrolio non era ancora trattato sui mercati finanziari. Il prezzo era quindi amministrato, non "scoperto" attraverso domanda e offerta di mercato.

Il ruolo dell’OPEC e il prezzo politico (anni ‘60 - primi anni ‘80)

Con la fondazione dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) nel 1960, i Paesi produttori hanno iniziato a rivendicare il controllo sulle risorse petrolifere. Nei primi anni, però, l’OPEC non aveva un impatto decisivo sul prezzo. Solo dopo la nazionalizzazione dei giacimenti e la crisi del 1973, il cartello ha assunto un potere reale.

Dal 1973 al 1981, i prezzi del petrolio sono stati determinati politicamente, ovvero l’OPEC annunciava ufficialmente il prezzo per il proprio petrolio di riferimento (ad esempio l’“Arabian Light” saudita), e questo diventava il benchmark di riferimento. Era un prezzo unilaterale, stabilito in dollari, che gli acquirenti accettavano o negoziavano in contratti a lungo termine.

 

La svolta del mercato: la nascita dei contratti futures (anni ‘80)

Negli anni ‘80, soprattutto dopo il crollo della domanda a seguito della recessione mondiale e del boom della produzione fuori OPEC, il cartello ha perso il suo controllo totale sui prezzi. In questo contesto, si è sviluppato il mercato dei futures, che ha rivoluzionato la formazione del prezzo del petrolio.

Nel 1983, il New York Mercantile Exchange (NYMEX) ha lanciato i contratti futures sul WTI (West Texas Intermediate), seguiti nel 1988 dal Brent sul International Petroleum Exchange (oggi ICE, con sede a Londra). Da quel momento in poi, il prezzo del petrolio è diventato un prezzo di mercato, determinato dall’incontro tra domanda e offerta nei mercati finanziari.

 

Il sistema attuale: benchmark, futures e trading globale

Oggi il prezzo del petrolio viene determinato principalmente da due benchmark:

  • WTI (West Texas Intermediate): rappresenta il greggio americano, con consegna a Cushing, Oklahoma. È molto trattato nei mercati USA.
  • Brent: rappresenta il greggio estratto nel Mare del Nord. È il principale punto di riferimento per l’Europa e spesso anche per l’Africa e il Medio Oriente.

Questi due prezzi si formano quotidianamente nei mercati dei futures, dove gli operatori acquistano e vendono contratti per la consegna futura del petrolio. Il prezzo spot (cioè quello per la consegna immediata) è legato a quello dei futures ma può divergere nei momenti di forte tensione, come accadde nel 2020 quando il WTI andò brevemente in negativo.

Le variabili che influenzano i prezzi sono numerose:

  • Domanda globale (crescita economica, mobilità, consumi industriali)
  • Offerta globale (produzione OPEC, shale oil, emergenze geopolitiche)
  • Scorte petrolifere (quanto petrolio è già accumulato nei depositi)
  • Dollaro USA (poiché il petrolio è quotato in dollari, la forza del dollaro incide)
  • Speculazione finanziaria (trading algoritmico, fondi hedge, opzioni)

 

Una quotazione sempre più finanziarizzata

A partire dagli anni 2000, il petrolio è diventato un asset finanziario a tutti gli effetti. Non solo si scambia per uso industriale, ma anche come strumento speculativo. Fondi d’investimento, banche e trader privati operano sul mercato del petrolio per guadagnare da oscillazioni di prezzo, indipendentemente dalla consegna fisica del greggio.

Questo ha portato a una maggiore volatilità: il prezzo può cambiare rapidamente in base alle aspettative future (anche solo sulle previsioni meteo, decisioni politiche, comunicazioni delle banche centrali).

La quotazione del petrolio ha attraversato tre grandi fasi: controllo delle compagnie private, determinazione politica da parte dell’OPEC, e infine prezzo di mercato determinato dai futures. Oggi il prezzo è il risultato di forze complesse, dove la fisicità del prodotto (il barile) convive con una finanza iper-reattiva. Capire il petrolio significa leggere i mercati, ma anche la geopolitica e le dinamiche profonde dell’economia mondiale.

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