Il 26 agosto è un’altra di quelle date da cancellare a Torre Annunziata. Ricorre oggi, infatti, il 37esimo anniversario della Strage di Sant’Alessandro nella quale morirono ben 8 persone, alcune non legate alla camorra, mentre altre 7 furono ferite.

Il raid avvenne intorno alle 12 con un bus che era stato rubato pochi secondi prima a Scalea. L’obiettivo dell’agguato era il boss Valentino Gionta, che si trovava proprio all’interno del Circolo dei Pescatori, e che riuscì a sfuggire ai suoi sicari mandati dalle cosche rivali dei Bardellino e di Alfieri.

Di quella strage scrisse tanti articoli anche il compianto giornalista Giancarlo Siani.

A distanza di quasi 40 anni don Ciro Cozzolino, referente del presidio Libera e da sempre in prima linea contro l’illegalità, ha ricordato quel maledetto giorno. “Fu un evento sconvolgente. A quel tempo ero a Ercolan, ma mi resi conto di come la criminalità si mostrò in tutta la sua arroganza contro lo Stato e i cittadini”.

Negli ultimi giorni Torre Annunziata sta vivendo ancora tanti raid, anche se non ci sono registrate vittime. Un clima di paura che riporta la mente indietro nel tempo. La nostra è una città in agonia e purtroppo i fatti criminali di quella tragedia li stiamo vivendo ancora oggi –ha affermato don Ciro- In questo momento è necessario che questa nostra comunità cittadina lasci una volta e per tutte l’indifferenza. Bisogna far posto alla determinazione di costruire una nuova comunità fondata su giustizia e legalità. C’è uno slogan che mi sento di lanciare: cambiare e agire insieme è necessario alla vita dei torresi”.

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