Ada aveva chiesto di mettere fine alle sue sofferenze con il suicidio assistito. Dopo una battaglia legale e un primo no dell'Asl Na 3 arriva il consenso. Se l'operatrice sanitaria di 44 anni, affetta da Sla, una patologia che le ha tolto la parola e l'ha immobilizzata lo vorrà potrà accedere al percorso previsto da una sentenza della Corte Costituzionale. Un consenso che arriva anche per un'altra paziente del napoletano. L'ultima richiesta è di pochi giorni fa con un videomessaggio nel quale a parlare è stata la sorella.

Ieri, l’Asl Napoli 3 Sud ha comunicato alle due assistite che hanno chiesto di accedere alla procedura di suicidio medicalmente assistito i pareri favorevoli del Comitato etico territoriale Campania 2, emessi in tempi brevissimi a seguito delle relazioni trasmesse dalla Commissione tecnica multidisciplinare permanente istituita dall’azienda all’esito delle rispettive visite domiciliari. 

Secondo una verifica delle condizioni di salute eseguita dell'Asl, Ada, la 44enne campana affetta da Sla, ha tutti i requisiti previsti e "quando e se lo vorrà potrà quindi procedere con l'aiuto alla morte volontaria nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e delle pronunce della Corte". A renderlo noto è anche l'associazione Luca Coscioni, in una nota. La comunicazione ufficiale ai legali della 44enne è stata notificata ieri, 7 ottobre.

Ora, l’Asl Napoli 3 Sud sta organizzando le modalità di attuazione delle procedure di auto somministrazione dei farmaci nelle modalità più idonee alle condizioni cliniche delle pazienti e nel rispetto della loro dignità umana.

I percorsi, poi, dovranno essere condivisi con le istanti e con i relativi medici di medicina generale, nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Corte Costituzionale con le sentenze 242/2019, 1357/2024 e 66/2025.

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