Avevano pianificato tutto. Le armi erano già pronte per uccidere, ma sono stati anticipati dai carabinieri che hanno fermato in tempo la spedizione di morte, nell’ambito della guerra tra clan.

Volevano avere il controllo su Poggiomarino, ma sono finiti in carcere. Si tratta di Carmine Amoruso (38 anni), Marco Amoruso (28 anni) e Luca Garante (23 anni), tutti del luogo e già noti alle forze dell’Ordine. I tre sono ritenuti affiliati al neo gruppo criminale capeggiato dall’ex collaboratore di giustizia Carmine Amoruso, appartenente al clan Giugliano capeggiato da Antonio Giugliano, detto “o’ Sauriell”. Un clan specializzato nella ricettazione e porto e detenzione di armi da fuoco comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiose.

Avevano pianificato l’esecuzione di un omicidio. Una condanna a morte nei riguardi di Raffaele Carrillo, 38enne appartenente al clan rivale capeggiato da Rosario Giugliano in lotta per gestire il controllo della città vesuviana.

Il provvedimento è scaturito dopo articolare indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, coordinate dalla Dda di Napoli, che aveva permesso di raccogliere parecchi elementi indiziari in ordine alla pianificazione, da parte degli Amoruso, dell’omicidio di Raffaele Carillo. Quest’ultimo, secondo gli stessi Amoruso, era in procinto di voler eseguire azioni di fuoco proprio nei loro confronti.

Una scia di morte sventata dai carabinieri che hanno anticipato la spedizione di fuoco. Gli Amoruso avevano infatti già recuperato 2 fucili e 2 pistole, una semiautomatica marca Steyr cal. 40 ed un revolver marca Smith & Wesson cal. 38 special. Armi messe sotto sequestro dopo la perquisizione domiciliare eseguita dai militari presso l’abitazione degli Amoruso.

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