Un Premio alla memoria al fondatore e primo direttore artistico della compagnia di teatro amatoriale “La Filodrammatica”, il professore Antonio Caso. Si è svolta domenica 12 giugno l’iniziativa, voluta fortemente dalla “sua” compagnia, per ricordare chi, negli anni 80, ha lavorato per mettere su la Filodrammatica, diventando punto di riferimento per la cultura nel quartiere. Durante la cerimonia, un cappello lasciato su una sedia in prima fila, ad indicare simbolicamente la sua presenza e a testimoniare una dedizione e un impegno che ancora oggi da i suoi frutti.

Davanti a lui attori storici e nuovi innesti portano avanti un progetto iniziato trent’anni fa, in uno dei momenti più tragici della storia cittadina. Negli anni in cui per le strade di Torre Annunziata si sparava ed era in atto una guerra di camorra, la compagnia “La Filodrammatica” e l’impegno del professore Caso facevano da contraltare: il teatro e la cultura contro la camorra e la droga.

“Il professore Caso è stato lungimirante – ha dichiarato Monsignor Russo - in quanto aveva visto nella cultura e nel teatro in particolare l’unica strada possibile per la legalità e il riscatto del quartiere”. La dottoressa Rosanna Russo, in rappresentanza dell’assessorato alla cultura, ha consegnato una targa, da parte del Comune, al primogenito del professore Caso, il dottore Pietro Caso. Un riconoscimento, per l’impegno profuso all’educazione di tanti giovani al teatro è stato consegnato, a nome della compagnia, da Monsignor Russo e dall’attuale direttore artistico Fiorenzo Arcamone all’altro figlio, Giovanni Caso, erede artistico e veterano della compagnia.  A moderare la serata un componente de La Filodrammatica, Francesco Esposito, che ha poi dedicato allo storico fondatore la poesia di Eduardo De Filippo “Io vulesse truvà pace”. Dopo la cerimonia, che ha visto la partecipazione di tante persone del quartiere, la serata si è conclusa con la rappresentazione dell’ultima e divertente  commedia della compagnia: “Bellavista”, tratta da un testo di Vincenzo Salemme.

Liliana Peluso

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