Monopolizzare il mercato della realizzazione delle tombe e dell opere funerarie al cimitero di Castellammare. Questo il motivo, secondo gli inquirenti, che ha portato al ferimento di Umberto Ingenito, avvenuto il 5 luglio dell'anno scorso. Questa mattina i carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei fratelli Antonio e Catello Esposito, 25 e 26 anni, in carcere il primo, ai domiciliari il secondo, titolari insieme al padre della ditta "Esposito Marmi", accusati di tentato omicidio e porto illegale di armi in concorso.

"Le investigazioni - spiega in una nota il procuratore della Repubblica, Alessandro Pennasilico - coordinate dalla Procura oplontina e condotte dal Nor-aliquota operativa della Compagnia dei carabinieri di Castellammare di Stabia, hanno permesso di raccogliere gravi indizi nei confronti dei due fratelli, i quali, nel pomeriggio del 5 luglio 2014, nello spazio antistante il laboratorio artigianale della ditta Esposito marmi, al culmine di una lite sparavano contro Umberto Ingenito e il socio Mario Sicignano (29 anni), titolari della ditta Arte marmi, diversi colpi di arma da fuoco, uno dei quali colpiva al bacino (zona lombo-sacrale) Ingenito. L'uomo scampò alla morte solo grazie alla precipitosa corsa, a bordo di uno scooter, e all'immediato ricovero nell'ospedale San Leonardo, dove venne sottoposto a un delicato intervento chirurgico per la rimozione del proiettile". I motivi della lite - secondo quanto emerso dagli accertamenti effettuati dai carabinieri - sono da ricondurre alla rivalità commerciale tra le ditte Esposito marmi e Arte marmi, "che puntavano a monopolizzare - scrive ancora Pennasilico - gli uni a scapito degli altri, il fiorente mercato della realizzazione di tombe e opere funerarie nel locale cimitero comunale".

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