Portici - Si spostava in bicicletta il figlio del ‘Califfo’, un boss che aveva intuito quanto fosse conveniente destare il meno possibile l'attenzione. È così, a detta delle forze dell'ordine che l'hanno arrestato, tra maggio e luglio a bordo della bici avrebbe più volte raggiunto quattro cantieri edili del territorio – tanti sono gli episodi documentati durante le indagini – per chiedere soldi.

Il rampollo di Luigi Vollaro non si annunciava nemmeno ostentando quella parentela diretta, al contrario, esigeva il pizzo come un comune esattore: “fate un regalo agli amici di Portici e vi mettete a posto”. Soltanto con le vittime più titubanti il 52enne avrebbe fatto leva sulla sua identità e sul peso che quel cognome poteva avere in quel frangente.  Insomma, accantonati certi modi di fare appariscenti, Vollaro junior aveva rimesso in piedi – secondo l'accusa – gli affari di famiglia partendo proprio dal settore estorsivo.

Un tentativo stroncato sul nascere, dato che con un'indagine lampo i carabinieri del Nucleo investigativo di Torre Annunziata e la polizia porticese l'hanno bloccato sottoponendolo a un fermo di indiziato di delitto eseguito stanotte è disposto dalla Dda. Pietro Vollaro era già in regime di libertà vigilata con obbligo di firma. Il 52enne risponde in questa circostanza di tentata estorsione con l'aggravante delle finalità mafiose. 


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La convalida del fermo

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Arrestato reggente dei Vollaro