‘Terra Santa’ di Pompei. Tra i 17 indagati spunta la ‘longa manus’ dei politici
L’operazione di Polizia ha portato agli arresti 9 persone. Le pressioni dell’ex sindaco: “Il posto giù deve uscire”
22-01-2015 | di Raffaele Perrotta
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Questa mattina la centralissima via Sacra a Pompei si è risvegliata transennata e piena di volanti della polizia. Il tam tam delle voci è iniziato a correre nella città mariana, ancor prima che i tg ed i giornali iniziassero a darne notizia. Il Gip Emma Aufieri, del Tribunale di Torre Annunziata, ha iscritto nel registro degli indagati 17 persone e per 9 di loro ha firmato ordinanza di custodia, tra cui alcuni politici locali.
Una folla di curiosi si è quasi disposta intorno al Commissariato locale e, quando alle 11,50 sono iniziati a uscire gli indagati, hanno gridato: “Vergogna, vergogna!”. Loculi venduti e, tutt’oggi, non ancora costruiti, per i quali i cittadini hanno pagato un acconto di 2000 euro, insieme con le condizioni peculiari del camposanto hanno fatto crescere la rabbia dei cittadini.
Ma l’ultimo scandalo del cimitero di via Nolana, da cui l’inchiesta ha tratto il nome di ‘Terra Santa’, riguarderebbe l’associazione a delinquere finalizzata al compimento delle esumazioni anticipate, alla corruzione, al falso materiale e al vilipendio di cadavere, con vendita di numerosi loculi a privati cittadini per la cifra di 3000 euro.
In questa inchiesta emergerebbe la ‘longa manus’ della politica locale: l’allora ex sindaco Claudio D’Alessio, l’ex Presidente del Consiglio Comunale, Ciro Serrapica, ed il consigliere Attilio Malafronte, oggi all’opposizione, avrebbero fatto pressioni a vario titolo per alcune sepolture o per mantenere 2 dipendenti comunali in servizio al cimitero.
“Un posto giù. Il posto giù deve uscire”, l’avrebbe detto Claudio D’Alessio, come riporta l’ordinanza firmata dal Gip, intendendo una parte del cimitero meglio tenuta dove, di li a poco, si sarebbe dovuta seppellire una persona cara. O ancora, nel settembre 2013, le probabili pressioni degli stessi amministratori sull’allora dirigente dell’ufficio tecnico Nunziata affinché lasciasse in servizio al cimitero i dipendenti comunali Carmine Casciano e Pasquale Cesarano, nonostante fosse subentrata nella gestione la società privata.
Anomalie, inesattezze e disattenzioni, in un’ambiente definito, da un interratore, “scempio difficilmente descrivibile”, fanno da cornice ad un’indagine che, sperano dal ‘Comitato Cimitero Dignità e Memoria’, serva ad abbattere il muro di omertà di molti cittadini e porti finalmente ad una gestione normale del camposanto pompeiano.
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