Abbattimenti a Terzigno, la Procura autorizza le prime demolizioni.

Il rumore delle ruspe ha inquietato gli abitanti della città vesuviana: in una zona situata al confine con San Giuseppe Vesuviano sono iniziate le operazioni di un fabbricato realizzato nel ’97, di proprietà di un imprenditore, risultato poi abusivo in quanto ricadente nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio.

Si tratta di una villa a due piani, di oltre mille metri quadrati di superficie, con una piscina sul retro. L’area è sottoposta a vincolo paesaggistico di inedificabilità e quindi ogni costruzione realizzata in quest’area deve essere abbattuta.

La somma necessaria per sopperire ai costi di demolizione è stata stanziata dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Ora, con le demolizioni delle ultime ore, si sta ripristinando lo stato dei luoghi originario.

Non sono mancati episodi di protesta, da parte dei residenti e di chi conosce il proprietario della villa in corso di abbattimento: tra questi, uno striscione apposto davanti al cancello della villa: “Ecco a che servono i condoni”. Anche sui social non mancano cori di protesta: “Perché una costruzione abusiva viene realizzata così apertamente senza che nessuno fermi i lavori? Perché chiedere le tasse su un’abitazione che risulta illegale? A pagare sono solo i proprietari di questa casa, a cui non si può non dare solidarietà, ma è giusto che oltre loro ci siano da abbattere anche gli altri corresponsabili allo scempio del parco nazionale del Vesuvio e di Terzigno”, si legge in uno dei post pubblicati nei gruppi di Terzigno.

Altri immobili sono tuttora oggetto di attenzione da parte della Procura della Repubblica, proprio perché ricadenti nell’area del Parco e, in quanto tale, il comune può fare poco o nulla per opporsi al provvedimento. Non si esclude che anche nei prossimi giorni, le ruspe torneranno in azione.

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