Terzigno, una petizione per ‘salvare’ gli scavi di cava Ranieri
Secondo Servino: “Occasione da sfruttare per lo sviluppo del paese”. Cangiano: “Situazione peggiorata negli ultimi anni”
22-04-2016 | di Alessio Barco

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“Una petizione per dare dignità al sito archeologico di cava Ranieri”. È quanto ha lanciato da qualche tempo il giornalista Francesco Servino che vuole portare l’attenzione del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, sui “ritrovamenti unici nel suo genere”.
Quella di cava Ranieri, a Terzigno, è un area di 500mila metri quadrati dove, in modo casuale, furono rinvenuti, a partire dal 1981, alcuni insediamenti di epoca romana, famosi per i grandi dolium presenti al loro interno. Tuttavia questo sito versa dal 2000 in uno stato di semi abbandono e da allora è adibito a discarica.
L’appello, che sarà inviato anche al soprintendente Massimo Osanna, prova a scuotere “la giunta comunale che dovrebbe affrontare la sfida culturale con coraggio”. Per Servino: “Le occasioni di sviluppo per il paese vanno create, non scendono dal cielo. I ritrovamenti sono unici nel suo genere, per questo bisognerebbe bonificare l’area e rendere visitabili le ville”.
A questo si aggiunge anche la denuncia di Antonio Cangiano, giornalista ed autore del libro ‘Non solo Pompei’: “Devo constatare con rammarico che la situazione relativa al parco archeologico non è affatto cambiata, anzi è peggiorata soprattutto per la villa rustica numero 1”. Afferma lo scrittore che, nel dettaglio dice: “La mancata sostituzione di un’opera di supporto per l’antica casa romana è sinonimo delle inadempienze delle istituzioni locali. Basti pensare che la tettoia costruita negli anni 80 è crollata da quasi 4 anni”.
Per il 24 aprile, alle 10, è stato organizzato un percorso che, partendo da piazza Immacolata, muoverà verso cava Ranieri dove alcuni relatori racconteranno la storia dei rinvenimenti di Terzigno.
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