"Qualcuno ci spieghi questa cervellotica decisione: in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, con in contagi in aumento e l'approssimarsi, ormai, della fatidica prima campanella (con centinaia e centinaia di insegnanti ancora in attesa di potersi sottoporre al test anti Covid), il ministero della Salute ha deciso di rendere disponibili gli esami sierologici (validati dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Comitato Tecnico-scientifico), udite udite...in farmacia!! Sì, in farmacia, avete letto bene e non nei laboratori di analisi cliniche autorizzati che pure sarebbero il luogo normalmente deputato per l'esecuzione di tale tipo di esame".

Lo denuncia, in una nota, Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia, tra le principali associazione di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN con oltre 2mila strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale. Insomma, sbotta Lamberti: "siamo all'assurdo. I laboratori di analisi no e le farmacie si. Perché questa discriminazione? Eppure esistono, in tutta Italia, migliaia di strutture dotate delle necessarie capacità, del know-how, dell'organizzazione e soprattutto delle professionalità in grado di supportare, in condizioni di perfetta sicurezza, il Servizio Sanitario nell'esecuzione dei test".

Invece, è la riflessione del presidente di Federlab "si decide di fare a meno del contributo dei laboratori, rendendo disponibili tale tipologia di esame (anche) in farmacia con modalità di svolgimento e di trasmissione dei dati tutte ancora da concordare con le autorità sanitarie". "La domanda - rilancia Lamberti - è d'uopo: ma non sarebbe stato più facile affidare l'esecuzione dei test a chi, come i laboratori di analisi, normalmente lo fa di mestiere? Mi chiedo: se devo tirare un calcio di rigore, scelgo l'attaccante titolare della mia squadra o mi affido all'intuito ed all'estro del sia pur miglior...tennista in circolazione?".

Insomma, conclude il presidente di Federlab: "siamo all'assurdo. Il ministro della Salute Roberto Speranza deve darci una risposta: siamo stufi di vedere svilito, marginalizzato e mortificato il nostro ruolo nello scenario della lotta al coronavirus".

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