“Lasciai Torre Annunziata venti anni fa per scoprire il mondo. Al mio ritorno ho trovato una città diversa. Prima la gente rubava panchine ai ‘giardinetti’ per portarsele a casa. Tribasia è un regalo che faccio alla mia città. Una sorta di tributo al suo cambiamento”. Gennaro Gallo, oggi, ha 43 anni. Ne ha venti in meno quando giovane, spericolato e curioso, se ne va a Londra. Da lì un primo viaggio in Africa, poi sei anni trascorsi tra Sudamerica, Australia e Nuova Zelanda.

LA STORIA Quarantotto Paesi visitati, ma Gennaro da Torre Annunziata ha ancora ‘fame’, voglia di scoprire e di stupirsi. Guadagna attaccando ai muri le locandine di spettacoli teatrali per una Compagnia inglese: “Lavoro poche ore al giorno – spiega -  quanto basta per fare soldi e viaggiare”. Il primo ‘tuffo’ nel mondo coi quattrini racimolati in giro per festival e mostre. Poi la sua voglia di esplorare e di conoscere torna a farsi sentire, senza sosta, sempre più forte. E’ per questo che Gennaro parte alla volta dell’Asia e delle sue tribù.

IL VIAGGIO Sedici mesi ininterrotti, dal Borneo malesiano fino alla Mongolia, passando per Thailandia, Laos, Cina, Tibet, Birmania, Filippine e Vietnam. In tutto per
Gennaro fanno novanta. Novanta nazioni girate in soli venti anni, una specie di esploratore in stile ‘Magellano’ dei tempi nostri. La differenza con la Storia la fanno la sua cresta estroversa e gli orecchini, ma conta poco. Gennaro osserva, studia, ‘annusa’, comprende “l’importanza della micro-cultura e del ricordo delle proprie origini”; poi fonda con la sua ragazza francese, Sarah dalla Loira, l’associazione no-profit “Tribasia”, che col suo modo di fare dà uno schiaffo alle ‘holding’ e alle multinazionali dei documentari tivù.

Gennaro e Sarah fotografano quelle ‘persone strane ma profonde’ ne studiano gli usi e i costumi: gli Akha, le donne Karen, le ragazze ‘Miao’. Donne che conservano i capelli caduti delle nonne, per farci un copricapo chilometrico da indossare ogni giorno. Così, solo per non dimenticare “da dove si proviene”. La ‘strana’ coppia ‘urbanizzata’ scatta foto e gira video. Nel frattempo vive con gli indigeni, mangiando riso e dormendo a terra tra le zanzare. Gennaro e Sarah lavorano nei campi da thè, barattando ospitalità e gentilezza con generi di prima necessità: spazzolini, carta, utensili d’uso domestico. Non offrono soldi in cambio di foto. No, quello mai. Ma i ‘popoli’ d’Asia apprezzano, perché “non vengono presi in giro con le briciole”.

Il viaggio in Asia di Gennaro e Sarah diventa un documentario. L’ultimo, “quello su un funerale animista in Tibet – raccontano - con gli avvoltoi pronti a mangiare il cadavere al solo cenno del predicatore, per salvare la sua anima”, il 20 febbraio scorso è stato visto alla ‘Queen Mary University’ di Londra.

L’EVENTO Domenica 21 giugno, dalle 17 alle 2 di notte, toccherà invece al lido ‘Renanera’ di Torre Annunziata. “Devo ringraziare il gestore Pasquale Pappalardo – continua Gennaro - che mi ha concesso la sua struttura, e tutto lo staff dell’agenzia ‘Officina Creativa’. Senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile”.

Foto inedite in ‘slide-show’, proiettate su maxi-schermi in riva al mare, due documentari, quattro artisti di body-painting, giocolieri, tanta musica fino a notte fonda e una sorpresa finale: questo è ‘Tribasia, la festa delle tribù’, che domenica aprirà con una dimostrazione, sempre gratis, di Qigong, “terapia di coltivazione interna della propria energia vitale”.

Perché tutto questo chiediamo a Gennaro. Lui risponde semplicemente di voler “fare un regalo a Torre Annunziata, aprendola finalmente al mondo con eventi culturali. Spero che Torre diventi un giorno come La Gacilly, in Bretagna, dove ogni anno si tiene la più grande mostra fotografica all’aperto della Francia. Io ci credo. Oggi – conclude – la città è diversa e ne ha le potenzialità”.

In foto Gennaro Gallo, ospite domenica 21 giugno al ‘Renanera’. In basso, oltre alla locandina dell’evento, un suo scatto inedito: l’ultimo ‘tagliatore Kalinga di teste’ nelle Filippine

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