"Provo sempre una commossa sorpresa quando vedo tanta gente per un libro", sono queste le parole che hanno aperto il lungo dibattito con lo scrittore Maurizio De Giovanni al liceo Pitagora Croce di Torre Annunziata. Al termine di un incontro durato un'ora e mezza, De Giovanni si è donato ai suoi lettori con il firmacopie del suo ultimo libro 'Caminito'. Un uomo colto, istruito, che però non ostenta la sua cultura e la sua bravura, ma come egli stesso afferma: un uomo che si immedesima nei suoi personaggi, che ne capisce le motivazioni, le azioni e permette che loro stessi scrivano il proprio destino.

Nel tardo pomeriggio dello scorso 26 aprile il liceo Pitagora Croce di Torre Annunziata, in collaborazione con la libreria Libertà, ha ospitato lo scrittore Maurizio De Giovanni per il firmacopie del suo ultimo romanzo che vede protagonista il famosissimo commissario Ricciardi: 'Caminito'.

Grandi protagonisti di questo incontro sono stati sicuramente i ragazzi, esaltati dallo stesso scrittore all'esercizio attivo delle loro menti, all'immaginazione, alla libertà. Ad accoglierlo sono stati, non soltanto i docenti e la preside dell'istituto, ma anche i ragazzi del liceo musicale che hanno suonato per l'evento un tango, accompagnato dai movimenti di Daniela Daf Moretto e Donato Cuocolo, il tutto affidato alla guida dello scrittore Francesco Paolo Oreste.

L'incontro si è poi sviluppato con una serie di domande a cui De Giovanni ha risposto con molta sincerità e a cuore aperto, condividendo con i suoi lettori l'ardua impresa che ha caratterizzato la stesura della lunga serie del commissario Ricciardi. Ha di fatto affermato che la sua idea originaria fosse sviluppare la storia in un arco di tempo di tre anni (dagli inizi degli anni trenta del secolo scorso sino al '33 circa a Napoli), ma dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva a seguito di un infarto, si è ritrovato solo con il suo commissario che "mi ha parlato", chiedendogli di fargli continuare vivere il suo presente, di proseguire a parlare della sua storia. De Giovanni, al termine della sua degenza in ospedale, ha finalmente ripreso la trema che unisce la sua serie contestualizzandola in un epoca fascista e macraba (nel '39), la stessa di cui si era ripromesso di non parlare. Ed ecco che da qui si è poi focalizzato su quanto quella realtà di oppressione sia ancora presente della società odierna, enunciando altrettanti spunti di riflessione.

L'incontro si è poi concluso con qualche aneddoto divertente sulle sue esperienze da scrittore.

(a cura di Giada Cuomo)

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