Torre Annunziata/Trecase. “Fu il più piccolino a raccontarmi tutto, una sera, prima di andare a letto. ‘Zio mi ha toccato liggiù e anche dietro il culetto a casa dei nonni, poi con un coltello e un pugno vicino alla faccia ha detto pure alla sorellina di non parlare con mamma e papà, di stare zitti, altrimenti ci faceva scorrere il sangue’. Questo mi raccontò mio figlio prima di Natale. Aveva 4 anni e piangeva. Ora si sveglia nel sonno, ha paura del buio e a scuola è sempre distratto. Come la sua sorellina, che invece era proprio brava. Lo dicevano le maestre”.

E’ agghiacciante la testimonianza in aula al Tribunale di Torre Annunziata di Marco (nome di fantasia), il papà di due bambini ancora piccolissimi, vittime a soli 4 e 6 anni – così per il pm della Procura della Repubblica oplontina Mariangela Magariello – di abusi sessuali commessi nel 2013 dal loro zio presunto ‘orco’. Palpatine fastidiose nelle parti basse, diversi atti di libidine, anche una minaccia: abusi che sarebbero stati perpetrati sui bimbi dallo zio, un 40enne torrese che di lavoro fa la guida turistica, in due case diverse.

La prima abitazione, al confine con la zona sud di Torre Annunziata, è ancora da ristrutturare. La seconda è la villetta a Trecase dei nonni “dove ogni giorno io e mia moglie lasciavamo i piccoli. Per lavoro noi due stiamo sempre fuori e dai nonni andava anche il compagno di mia sorella. I bambini erano contenti, prendevano il giubbino e correvano. Andavano alle giostre o a mangiare un gelato con lo zio. Questo sapevamo io e mia moglie”.

E invece quella sera, prima di andare a letto, il racconto ‘choc’ del più piccolino: “Mio figlio da tempo diceva solo parolacce. Le ripeteva anche alla mamma, sempre, anche mentre guardava i cartoni. Fu per prima mia moglie a scoprire tutto: mi chiamò al cellulare sconvolta, piangeva. Io ero scioccato. Stavo in giro per lavoro. Mollai tutto e tornai dalla mia famiglia”.

“Chiara (altro nome di fantasia) mi disse invece che una volta lo zio e il fratellino si chiusero in camera. Lei sentì dei gemiti, ebbe paura. Vide suo fratello uscire da quella stanza bianco, pallido, quasi cadaverico”. Al bambino, poco dopo, sarebbe stata riscontrata dai medici dell’Ospedale ‘Santobono’ di Napoli un’infezione agli arti inferiori curabile solo con antibiotici.  

Alla fine della confessione dei bimbi, alla mamma ed al papà, è partita una denuncia in polizia nel dicembre 2014. Ora lo zio acquisito presunto ‘orco’ è alla sbarra dinanzi ai giudici della Seconda Penale del Tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Paola Cervo). Giudici chiamati a esprimersi su un nuovo probabile caso di infanzia negata nel Vesuviano. Dopo le relazioni della psicologa già agli atti, la prossima udienza del processo sarà a dicembre. Attesa in aula, stavolta, la ricostruzione del consulente nominato dalla Procura.   

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