Sono decorsi i termini e in attesa del nuovo processo in appello Francesco Tamarisco ora è in libertà. Dopo mesi di silenzio e attesa, il caso di Matilde Sorrentino, ribattezzata da tutti “Mamma Coraggio”, torna a far parlare di sé. Da dicembre scorso, il boss Francesco Tamarisco, ritenuto il mandante dell’omicidio della donna, è tornato in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare. In attesa del nuovo processo in appello, Tamarisco ha lasciato il carcere e risiede in una località lontana da Torre Annunziata.

IL CORAGGIO DI MATILDE. Mamma Coraggio non è stata una vittima qualunque. Il 26 marzo 2004, fu uccisa a colpi di pistola sulla porta di casa, nel Rione Poverelli di Torre Annunziata. Ma la sua storia era iniziata molto prima, con un atto di coraggio che pochi avrebbero avuto la forza di compiere: denunciò una rete di abusi sessuali su minori che coinvolgeva anche suo figlio e che vedeva protagonisti esponenti della criminalità organizzata locale. La sua denuncia fu decisiva per l’avvio di un processo che portò a condanne pesanti per diversi camorristi accusati di abusi e violenze. Matilde ruppe il muro dell’omertà e si fece carico del peso di una comunità intera, pagando con la vita la sua scelta di non tacere.

L’ACCUSA AL BOSS TAMARISCO. Secondo l’accusa, fu proprio Francesco Tamarisco a ordinare l’esecuzione di Matilde Sorrentino per punirla della sua collaborazione con la giustizia. Le indagini e i successivi sviluppi giudiziari lo portarono sul banco degli imputati con l’accusa di essere il mandante del delitto. Il processo, tuttavia, si è trascinato per anni. L’ultimo capitolo giudiziario ha visto la scarcerazione del boss per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Un fatto che ha riacceso le polemiche e lasciato l’opinione pubblica con un senso di amarezza e impotenza.

UN SIMBOLO DA NON DIMENTICARE. Matilde Sorrentino è diventata negli anni un simbolo di lotta alla camorra e di resistenza civile. Il suo sacrificio rappresenta ancora oggi un faro per tutte quelle persone che, in contesti difficili, trovano la forza di denunciare soprusi e violenze, sapendo di rischiare tutto. La sua memoria è stata onorata in diverse occasioni, ma resta il vuoto di una giustizia ancora incompleta. Il nuovo processo in appello sarà decisivo per stabilire, una volta per tutte, la verità giudiziaria sull’omicidio di una donna che non ha mai smesso di lottare per la dignità dei suoi figli e della sua comunità.

Il ritorno in libertà di Francesco Tamarisco riapre ferite che non si sono mai del tutto rimarginate. Torre Annunziata aspetta giustizia per Matilde, per suo figlio, per tutte le vittime innocenti che hanno avuto il coraggio di alzare la voce contro la criminalità. La speranza è che il nuovo processo possa restituire almeno una parte di quella verità e di quella giustizia che Matilde merita.

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