Fucili, pistole e mitra per 'dominare' Torre Annunziata.  A disposizione del clan Gionta veri e propri arsenali da guerra per controllare la città e imporsi sulle cosche rivali. I soldati dei Valentini giravano tra le strade oplontine con i kalashnikov. L'avvento del Quarto Sistema sulla scena criminale aveva creato forti fibrillazioni ed era necessario mantenere l'egemonia sul territorio. "Facevano paura. Tre o quattro Sh alla volta con i mitra: hanno fatto il panico", dichiarava Fabiano Tammaro in un'intercettazione ambientale. Custode degli arsenali del clan insieme a Raffaele Uliano inteso Lelluccio 'o pasturiello e Giancarlo De Angelis, esaltava le gesta criminali dei Gionta, a cui andava 'il merito' di essere armati fino ai denti. 

Le attività di indagine, effettuate negli ultimi anni, svelarono il ruolo centrale di Palazzo Fienga nell'occultamento delle armi. Nonostante la confisca, i Valentini riuscirono comunque ad esercitare un controllo sull'ex roccaforte del clan. A conferma di questa tesi un sequestro del 2022 che portò al ritrovamento di "numerose armi, munizioni e a oltre 7 kg di marijuana", come si legge nell'ordinanza contro i 19 affiliati finiti in manette dopo l'operazione dei Carabinieri (due ancora latitanti ndr). Attualmente l'ex quartier generale dei Gionta è oggetto di un piano di demolizione, che porterà alla totale distruzione dello storico palazzo. Con la recente decapitazione del clan e il prossimo abbattimento di Palazzo Fienga, lo Stato infligge un durissimo colpo a una delle organizzazioni più feroci della storia oplontina. Una cosca longeva e resiliente, che il Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha paragonato alla 'Ndrangheta. 

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