Torre Annunziata. Agguato al tribunale per uno sgarro: incastrato il killer
Eseguita misura cautelare per Catello Martino: ha ucciso per vendetta dopo un furto a casa della figlia
16-03-2024 | di Marco De Rosa
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Ha ucciso per vendetta dopo il furto di oro e soldi appartenenti al clan D’Alessandro, custoditi a casa della figlia. E’ stato incastrato così Catello Martino, per l’agguato commesso nei confronti di Alfonso Fontana il 7 febbraio scorso a pochi passi dal tribunale di Torre Annunziata.
Fontana avrebbe rubato circa 300mila euro e mezzo chilo d’oro dall’appartamento della figlia del suo killer nei giorni precedenti. Riconosciuto dalle videocamere di sorveglianza, è stato prima cercato e poi attirato a Torre Annunziata. Uno sgarro al clan la conseguente vendetta di Martino consumata grazie a un “gancio” di Torre Annunziata, che ha organizzato l’incontro sfociato prima in un’aggressione (non documentata dalle telecamere di videosorveglianza) e poi nell’agguato a colpi di pistola ai danni di Fontana.
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Eseguita l’ordinanza di custodia emessa dal Gip Aufieri del tribunale di Napoli, su richiesta della Dda, a carico di Catello Martino, pregiudicato di Castellammare ritenuto gravemente indiziato dei reati di omicidio commesso con premeditazione e per motivi abbietti nonché di detenzione e porto illeciti in luogo pubblico di un’arma da fuoco, reati aggravati dalla modalità mafiosa e dal fine di affermare la superiorità del clan D’Alessandro, operante sul territorio di Castellammare di Stabia.
La misura cautelare si era resa necessaria per evitare che Martino potesse fuggire nelle scorse settimane.
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